Per la prima volta, gli U2

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credit: Melicans Matkin

La nostra lettrice Nadia Ongeri ha partecipato ad una delle tappe dell’eXPERIENCE + iNNOCENCE Tour degli U2, lo scorso ottobre al Mediolanum Forum di Assago, e ci ha raccontato la serata. Ecco il suo live report.

Wow, finalmente ce l’ho fatta. Mi sono guadagnata un posto in tribuna. Dico guadagnata perché non è stato facile prendere il biglietto; sono stati necessari svariati tentativi, 2 pc e tanta pazienza. Il tour precedente, con le date di Torino, era stato soltanto un miraggio, purtroppo. Ho deciso di andare sola per la prima volta, dopotutto nessuno era veramente interessato a venire, ed è un’esperienza così importante per me, da sempre grande appassionata di musica…

Arrivo nel primo pomeriggio, ed è già notevole la calca di gente che attende l’apertura dei cancelli. Dopo una breve passeggiata nei dintorni ed un pasto veloce, decido di tornare al Forum e mettermi in fila. Dopo una mezz’oretta di coda, ed i controlli di rito all’ingresso, sono dentro, finalmente. Prima fermata: stand del merchandising e acquisto T-shirt con logo e date del tour. Soddisfatta, cerco il cartello che corrisponda al varco d’ingresso segnato sul biglietto, e dopo una camminata quasi interminabile (il mio posto è dalla parte opposta del palazzetto) eccomi arrivata.

Entro e scendo le scale, il mio posto è nell’anello B, in curva, quasi dietro al palco principale. Nonostante la mia posizione, noto con piacere che ovunque ci si trovi si ha una visione buona, il palco è stato strutturato in modo perfetto. Dico palco ma dovrei usare il plurale, dato che i palchi sono 2: quello principale (classico, senza fronzoli) ed uno sul lato opposto, più piccolo e tondo; i due sono collegati da una struttura particolare, che somiglia quasi ad un ponte, un lungo corridoio coperto ai lati con due maxischermi. Questa struttura renderà se possibile ancora più spettacolare la serata.

Finalmente si abbassano le luci. Parte una musica in sottofondo, riconosco la canzone, è “It’s a beautiful world” di Noel Gallagher (grande amico di Bono e suo partner sul palco come band di supporto negli ultimi tour con i suoi High Flying Birds). Si accendono gli schermi, un video molto toccante ci fa vedere gli orrori lasciati dalla guerra, con Charlie Chaplin ed il suo discorso tratto dal film ‘Il Grande Dittatore’. Ed eccoli, sento il boato dei fan, li vedo da lontano salutare il pubblico ed intrufolarsi sul palco. La prima parte del concerto è tutta all’interno della passerella, che si piega quasi a sembrare in salita, con i ‘ragazzi’ che si intravedono da dietro i maxischermi.

Capisco subito che questo non sarà un concerto come tanti, sarà speciale.

La prima canzone, The Blackout, non la conoscevo; ammetto infatti di non essere una super fan del gruppo, mi sono sempre piaciuti ma non posso ritenermene profonda conoscitrice. Nonostante ciò, ho sempre voluto vederli, penso che per un appassionato di musica sia d’obbligo andare almeno ad un loro show. Dal vivo, la band è ancora meglio di quanto mi aspettassi, sono invecchiati, certo, ma rimangono quattro ragazzi irlandesi che fanno rock, hanno quell’attitudine un po’ ribelle che mi piace un sacco.

Per tutta la sera si alternano momenti divertenti a momenti in cui riflettere; come quando, sulle note di Summer of love, nel maxischermo compaiono immagini di migranti in mare, a precedere Pride (In the Name of Love), o come quando dal palco principale si materializza una gigantesca bandiera Europea.

Il palco piccolo viene utilizzato dopo un video animato stile fumetto che racconta le vicissitudini del gruppo fino ad oggi. Qui eseguono tra le altre, Vertigo ed Elevation , brani che dal vivo secondo me rendono molto meglio, e fanno ballare tutto il palazzetto con la loro energia. C’è anche il tempo di qualche chiacchiera, Bono come sempre coglie l’occasione per sensibilizzare il pubblico su temi molto seri (qui non essendo io bravissima con il suo inglese “irlandesizzato” devo ammettere di aver capito ben poco).

Uscita dal palazzetto, con le orecchie che ancora fischiano e la voce che manca, mi sento viva.

Devo ammettere che nonostante siano passati un paio di mesi e non ricordando la scaletta della serata con precisione, mi ha fatto piacere trasmettere le sensazioni provate, a maggior ragione da me che non li avevo mai visti. In conclusione, consiglio vivamente gli U2. Nonostante il costo del biglietto (120 euro) all’inizio mi sia sembrato esorbitante, a fine serata posso assicurare di aver pensato: mai soldi furono spesi così bene.

Nadia Ongeri

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