I “misteri” dietro il primo album solista di Neil Young

Non fu un disco normale, l’esordio da solista di Neil Young.

Innanzitutto, la Reprise volle trattarne il master con la Haeco-CSG, una nuova tecnologia volta a migliorare la resa sui sistemi monofonici, al tempo ancora diffusissimi, dei prodotti stereo, lanciati da relativamente poco sul mercato.

I risultati di molto inferiori alle aspettative spinsero a realizzare, nel gennaio 1969, un parziale remix e un totale remastering, utilizzati per la seconda edizione del 33 giri commercializzata una decina di mesi dopo (stesso numero di catalogo con un RE in più nella matrice). Per l’occasione, fu deciso di cambiare anche la copertina, aggiungendo in alto una fascia bianca con il nome dell’autore; la giacenza in magazzino di parecchie copertine “prima versione” fece però sì che un tot di Lp riveduti e corretti fossero confezionati con l’artwork originale.

Finita qui? No. Per quanto la cosa possa sembrare strana, esistono persino discrepanze sulla data di pubblicazione. Invece del 22 gennaio 1969, come da inserzione della Reprise su «Rolling Stone» (che comunque lo recensì solo sul numero di aprile), fonti anche attendibili/autorevoli segnalano come fatidico giorno il 12 novembre 1968, quello del ventitreesimo compleanno del Loner; una tesi di sicuro suggestiva ma, secondo le nostre ricostruzioni, errata.

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