Tre domande a YNGWIE MALMSTEEN

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Intervista a Yngwie Malmsteen, il chitarrista svedese che è entrato nell’olimpo dei migliori chitarristi della storia del Rock.

Yngwie Malmsteen è una persona schietta, che sa cosa vuole dalla sua musica e alla fine, se qualcuno se la prende, sono anche un po’ cazzi suoi. Nel suo ultimo disco, BLUE LIGHTNING, ha rispolverato la passione per il blues, tra cover famose e ben quattro brani inediti

Di Luca Fassina

Qual è stato il primo momento in cui hai sentito del blues?
Avevo forse cinque anni e mia madre ascoltava John Mayall & the Bluesbreakers e BB King... A sette anni avevo un 45 giri di Johnny Winter che faceva "Jumpin’ Jack Flash". Il blues è stata la primissima cosa che ho suonato.

Come è stato dividere il palco del Generation Axe con altri caratteri forti come Steve Vai, Zakk Wylde, Nuno Bettencourt e Tosin Abasi?
Un’esperienza che potremmo ripetere in futuro. È bello suonare con altre persone, anche se è molto raro trovare chitarristi che non sono vittime del proprio modo di suonare.

Non hai mai fatto nulla di cui ti sei pentito?
Ho fatto molti errori in passato. Sono stato pigro, ho permesso ad altri di scrivere dei testi di merda per me e ora odio quei brani, quelle intrusioni. Li odio. Noi abbiamo una sola vita e l’eredità che lasciamo è una e se deve essere la mia, deve rispecchiarmi in toto.

 

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