Speciale: THE CURE

Sono trascorsi quasi quarant’anni – era il 18 dicembre del 1976 – dal giorno in cui Robert Smith salì per la prima volta su un palco “serio”, con quei Malice che, attraverso successivi aggiustamenti di organico, sarebbero diventati a breve Easy Cure e quindi The Cure. Il prossimo 21 dicembre ne saranno invece passati trentotto dalla pubblicazione per la piccola Small Wonder del 45 giri Killing An Arab, inizio ufficiale di un’avventura che non ha lesinato in colpi di scena e che vanta numeri considerevoli: una quindicina i musicisti sfilati al fianco dell’indiscusso e indiscutibile leader, tredici gli album di studio confezionati tra il 1979 di THREE IMAGINARY BOYS e il 2008 di quel 4:13 DREAM che resta ancora l’ultimo capitolo, una decina – tra audio e audio/video – i dischi dal vivo posti in commercio a titolo di esempio dei concerti tenuti a centinaia e centinaia in ogni angolo del pianeta. Concerti che hanno continuato ad aver luogo, davanti a folle sempre oceaniche, anche senza nuovo materiale, perché il repertorio storico è eccezionale e le tre ore di un “greatest hits live” dei Cure rimangono un happening straordinario.

Lo “Speciale” di Classic Rock dedicato ai The Cure è nato proprio per celebrare il ritorno in Italia della band nel contesto dell’ennesimo tour mondiale, con i quattro show dell’Unipol Arena di Casalecchio di Reno (29 ottobre), al Palalottomatica di Roma (30 ottobre) e al Mediolanum Forum di Assago (1 e 2 novembre), appena conclusi. Con queste, i Cure supereranno le quaranta esibizioni nella Penisola: non tantissime, al paragone con quelle di altre nazioni europee, ma abbastanza per dimostrare il saldo rapporto di affetto che lega il nostro pubblico al gruppo e viceversa.

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