Stories behind the song: Purple Rain nei ricordi di Lisa e Bobby Z

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Lisa Coleman e Bobby Z rivivono la nascita del capolavoro di Prince.

Un estratto dell’articolo  pubblicato su Classic Rock 79, in edicola e online!

“Prince era eccitatissimo”, ricorda il batterista dei Revolution Bobby Z, parlando della notte in cui Purple Rain fu presentata al mondo intero. “Diceva: ‘Stiamo per fare la storia’. E spingeva anche noi a farla”. 

Il 4 agosto 1983 Prince e i Revolution conclusero le riprese del film Purple Rain e ne registrarono la colonna sonora, nel corso di un’esibizione di 45 minuti organizzata per raccogliere fondi a sostegno del loro coreografo Loyce Holton. Lo show si concluse con Purple Rain, una ballad di 10 minuti che iniziava con la chitarra acustica e poi bruciava lentamente per esplodere in una furia elettrica. Con soltanto minime sovraincisioni, la performance fu scelta come chiusura del disco e del film che lanciarono Prince nell’Olimpo pop degli anni 80.

I Revolution ascoltarono Purple Rain per la prima volta nel magazzino del Minnesota dove nacquero la maggior parte dei loro dischi. “Era sulla Highway 7, fuori città”, dice la Coleman. “Prince cincischiava con la chitarra, provando qualche accordo. Poi Wendy [Melvoin, l’adolescente chitarrista ritmica e corista del gruppo] iniziò a suonarli nel suo ‘stile Wendy’, e lui se ne innamorò! L’intro è tutta di Wendy, e il modo in cui fa cantare gli accordi è bellissimo, molto alla Joni Mitchell. Io aggiunsi le parti di archi. E nel giro di una giornata – o forse un paio – la canzone prese forma”.

Quando si esibirono al First Avenue quell’agosto, fuori c’era uno studio mobile modello Robert Plant. Dopo gli accordi acustici iniziali della Melvoin, la batteria di Bobby Z accompagnò i primi due minuti di cantato di Prince. “Solo lui e la ritmica. Molto viscerale”, dice Bobby. “Crudo, minimale. Ricordo benissimo quei due minuti. La sala era muta. Si sentiva solo lui, e noi. Era rapito, e tu lo eri con lui.

La Coleman ricorda le emozioni provate: “L’assolo mi prese. E poi arrivò la parte con ‘woo-hoo-hoo-hoo’ , e il pubblico si unì. Fu incredibile. Mi commossi al punto di mettermi a piangere”, ride. “Non smettere, suona la tua parte! Stai attenta…”.

L’arrangiamento per archi della Coleman – eseguito quella sera con la tastiera Obie FX e l’aggiunta poi in studio di un quartetto di archi – ha un sapore classico, rilassante, mentre la voce e la chitarra di Prince scalano vette sempre più alte. “È questo contrasto a darle il suo fascino”, riflette la Coleman. “Le strofe sono intime, personali, come se stesse parlando proprio a te”.

 

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