AC/DC: 12 mesi torbolenti

A marzo 2016, gli AC / DC diramarono un comunicato affilato come i loro brani:Gli AC/DC sono costretti a ripensare alle dieci date della parte USA del loro tour Rock Or Bust. Il cantante degli AC / DC, Brian Johnson ha ricevuto l’indicazione dai dottori di smettere di fare concerti immediatamente, per non perdere l’udito.

La permanenza di Johnson nel gruppo, durava ormai da 36 anni, e dopo il tagliente comunicato, sembrava essere giunta alla sua fine.

Il progetto Rock Or Bust, si era rivelato tormentato pressochè dall’inizio, quando, diciannove mesi prima, il gruppo aveva confermato che Malcom Young, il leader de facto, soffriva di demenza senile e non poteva più continuare a lavorare. A novembre, il batterista Phil Rudd, era stato arrestato con l’accusa di essere il mandante di un omicidio, nonchè di possesso di metanfetamine e cannabis. Successiva, l’accusa legata all’omicidio, decadde, ma Rudd era già stato silurato dal gruppo. Nessun problema, gli AC/DC, senza due terzi della sezione ritmica, sono comunque andati avanti. Alla chitarra ritmica arrivò Steve Young, nipote di Malcom, alla batteria invece Chris Slade. La nave sembrò procedere spedita, ma gli AC/DC non avevano la stessa energia spietata e inarrestabile, magra consolazione, i fan sembravano riconoscerli ancora come lo stesso gruppo. Senza Brian però, sembrava difficile proseguire e portare avanti la band. In fondo, Johnson era stata l’anima e il cuore degli AC/DC, e non ci pareva possibile potessero continuare senza di lui.

Come se non fosse già abbastanza difficile, Johnson, apparve in una popolare trasmissione televisiva per affermare, senza giri di parole, di sentirsi come se gli avessero dato “un calcio nei coglioni“. Disse: “Niente telefonate, niente ‘Come va l’udito? Come stau? Che ti succede?’ Niente! Solo, eccoti le tue cose.” Perciò, il 16 aprile, gli AC/DC diffusero un secondo comunicato in cui ringraziavano Brian per il suo contributo e gli auguravano pronta guarigione. Per appianare la situazione, lo stesso Johnson cercò di spiegare che la radice dei suoi problemi non fu il volume alto dei concerti, ma il risultato delle sue corse in auto. Anni prima, dimenticò di inserire i tappi durante una corsa, e si procurò la forazione di ambo i timpani. E’ chiaro che tutto ciò fosse un ben orchestrato lavoro di sponda fra le parti e attenuò leggermente l’amarezza dei fan.

Dopotutto però, gli AC/DC non sono mai stati noti per la loro sensibilità, lo stesso Brian è entrato nel gruppo poche settimane dopo la morte di Bon Scott per lavorare su Back In Black. E ben presto, è arrivato l’annuncio: Axl Rose avrebbe sostituito Brian Johnson per tutto il Rock Or Bust World Tour. L’annuncio, fece si che motlissimi fan corsero a farsi restituire i soldi del biglietto. Era impossibile evitare di avere la sensazione che questi concerti non fossero che un ottimo tributo agli AC/DC, con Angus nei panni di ospite.  L’impressione fu rafforzata alla fine del tour, quando Cliff Williams disse di volersi ritirare dalla band, accennando al fatto che gli AC/DC “erano cambiati. A questo punto, si sarebbe potuto sperare che fosse la fine del gruppo, dopo essere sopravvissuti ad un tour tanto tormentato, avendo mantenuto una parvenza di dignità intatta, avrebbero potuto finalmente staccare la spina, consapevoli di aver preservato il loro nome.

Invece no, le cose sono andate diversamente. Angus Young ha comunicato di voler continuare, almeno per un altro disco ed un tour. Ciò, ridurrebbe inevitabilmente gli AC/DC ad un semplice nome sulla confezione, con Angus come ultimo sopravvissuto del prodotto originale.

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