CHUCK BERRY: l’uomo che ha dato al rock umorismo e brio

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Uno sguardo indietro alla scoperta della vita di Chuck Berry, anche quella lontano dalle luci splendenti del palcoscenico

Chuck Berry ha sempre amato la musica country e il blues, e sapeva esattamente cosa stava facendo già dalla pubblicazione dei suoi primi successi, come Maybellene e Roll Over Beethoven. Nonostante questo, non avrebbe mai potuto prevedere la rivoluzione culturale che tale record avrebbe scatenato, ha imparato in fretta a calvacare quest’onda, che avrebbe steso a terra molti dei suoi colleghi.

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A differenza di Little Richard o Jerry lee Lewis, i record di “rottura” di Chuck Berry non erano semplici esplosioni di energia, erano espressioni raffinate di rock ‘n’ roll, rimescolate con una certa dose di umorismo e brio. Berry raccontava storie. Nonostante abbia avuto quasi il doppio della loro età, ha trovato una via per attingere ai desideri e alle frustrazioni degli adolescenti. E’ incredibile quanto in molti dei suoi primi successi sia riuscito ad esprimere le prove e le tribolazioni di quel periodo.

E’ stato anche uno dei primi interpreti completamente autosufficienti nel mondo del rock. Mentre Elvis era dipendente da un flusso costante di materiali altrui, Berry, era abilmente assistito soltanto dal suo pianista Johnnie Johnson, per il resto, ha sempre registrato e scritto tutto da solo. E dopo una breve relazione professionale con il manager Teddy Reig, per l’ultimo “mezzo-secolo” della sua carriera, si è rappresentato egli stesso.

Da un lato, vediamo l’artista più importante della storia del rock. L’altra faccia della medaglia, quella di Chuck Berry come uomo, ha spesso lasciato a desiderare. La sua fama di persona meschina e avara è diventata altrettanto leggendaria, così come il suo atteggiamento tutt’altro che caritatevole nei confronti dei suoi colleghi e altri artisti, che ha fatto sì che pochi lo chiamassero amico. Il pubblico stesso, a volte, è stato trattato con sufficienza. Troppo consapevole del suo essere un “mostro leggendario“, soprattutto nella seconda parte della sua carriera, ha trattato le performance dal vivo come obblighi contrattuali. I bis sono stati pochi, pochissimi, e tutti lontani fra loro.

Ma che cosa lo ha portato a sviluppare questa mentalità? I pochi che hanno davvero vissuto vicino a lui, potrebbero dire che sono stati (forse) i suoi guai con la giustizia, in particolare la sua seconda esperienza in carcere nei primi anni ’60, Berry era stato arrestato per aver trasportato illegalmente un minore oltre il confine di stato. Probabilmente, il suo vero “crimine“, è stato quello di essere un uomo di colore a cavallo di un successo planetario, in un momento in cui il razzismo era ancora diffuso. Non sarebbe stata l’ultima volta in cui si sarebbe trovato dal lato sbagliato della legge. Nel ’79 venne rimesso dietro le sbarre, per evasione fiscale stavolta. Alla fine degli anni ’80 invece, divenne oggetto di un grosso scandalo quando si venne a sapere che i bagni delle signore del Berry Park Resort, erano stati dotati di telecamere, così un certo numero di donne depositarono una serie infinita di azioni contro di lui.

Nessuna di queste polemiche, nè la sua personalità sfuggente, potranno mai mettere in dubbio la sua immensa conquista culturale.

Il rock ‘n’ roll di Chuck Berry, con inganno, arguzia, e spavalderia, ha ispirato diverse generazioni di chitarristi, e il suo nome vivrà molto più a lungo delle persone che ne hanno ascoltato la musica. In effetti, quanto la sonda Voyager II è decollata nel ’77 per la sua missione di sola andata ad esplorare le profondità della nostra galassia, furono selezionati una serie di artefatti per stimolare l’interesse di qualunque forma di vita ci sarebbe stata dall’altra parte. Così, accanto ai classici di Beethoven e Bach, capitò anche la chitarra di Johnny Be Goode, e Chuck Berry divenne ambasciatore della musica umana nel bel mezzo del cosmo.

Se avete mai provato a dare al rock ‘n’ roll un altro nome, lo potreste chiamare Chuck Berry” cit. John Lennon.

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