LEGGENDE METROPOLITANE DEL ROCK: il vicino di casa delle rockstar

Foto via: www.ekathimerini.com
Un autore di romanzi gialli nascosto sotto falso nome e un vicino di casa di tutto rispetto, David Gilmour, dell’amico poi non parliamone, Leonard Cohen.

Renato è un autore di romanzi gialli. Ne scrive e ne pubblica tanti, tutti sotto lo pseudonimo anglofono che la casa editrice gli ha suggerito di usare, confidando, e a ragione, nel fascino discreto di un nome che rimandasse all’aristocrazia britannica. A cinquantaquattro anni, ha collezionato una settantina di bestseller e  abbastanza soldi da potersi permettere di vivere agiatamente e accettare il doloroso anonimato imposto al suo ego.

Quando i suoi amici gli rimproverano scarso coraggio nel prendersi il rischio di pubblicare finalmente qualcosa con il suo vero nome, lui risponde alzando un po’ le spalle, sorridendo e, in genere, versandosi da bere. Non conosce altri rimedi contro quel tipo di frustrazione, se non, appunto, glissare e concedersi un buon bicchiere di whisky e un vinile dei Pink Floyd,  uno qualsiasi, tanto li possiede tutti e in doppia copia. In ATOM HEART MOTHER ha trovato la serenità per risolvere i problemi col mutuo, in THE DARK SIDE OF THE MOON la forza di affrontare il difficile divorzio e ANIMALS lo ha aiutato ad accettare lo smacco di aver incassato un assegno da 60 milioni di lire per la  ristampa di Chiamami delitto!, giallacccio ambientato in Cornovaglia, dove il famoso detective Brandon rischia di rimetterci la pelle.

Così, una volta acquistata  casa, pagato tutti gli alimenti e le tasse universitarie per il figlio, Renato ha deciso di togliersi degli sfizi, come imparare a suonare la  chitarra, comprare una villa in un’isola greca, farsi qualche lungo viaggio. Da qualche tempo, poi, su quell’isola greca, Hydra, ci passa dieci mesi l’anno; è lì che ha scritto Rock can kill you, il libro a cui si è affezionato di più, quello in cui Brandon deve salvare la vita a un musicista famoso che assomiglia davvero tanto a  Roger Waters e che, guarda caso, ha problemi con gli altri componenti della sua band.

Il libro era stato un successo e anche la risorsa per una sostanziosa pensione integrativa. Evento da festeggiare in grande stile e con una festa nella casa di Hydra, alla quale aveva deciso di invitare anche i misteriosi proprietari  delle due ville confinanti. A party iniziato, Renato imbraccia la chitarra e attacca uno dei suoi classici rompighiaccio, Wish You Were Here. La sta ancora  suonando quando un amico gli fa cenno di andare all’ingresso. Profondamente seccato, Renato si reca al cancello della villa e strilla al guardiano di far passare i ritardatari che, invece, gli si avvicinano porgendogli una cesta di birre.

Leonard, piacere”, gli dice uno  dei due, tendendogli la mano. Renato non riesce più a respirare, ma fa del suo meglio per dare una stretta di mano decente a Leonard Cohen. Cohen si fa passare  la cesta di birre dall’altro invitato che, quindi, si fa anche lui avanti per presentarsi. Renato, che sta per avere un infarto e che ormai pensa soltanto a sopravvivere quei secondi sufficienti per raccontare la vicenda, rimane con il braccio teso e paralizzato, mentre David Gilmour finisce  le presentazioni. Dopo altri quattro giri di birre, i tre si mettono a suonare insieme, passando da Proud Mary a Bella ciao, per la gioia degli ospiti e dei posteri a cui quella festa viene ancora raccontata come La madre di tutte le feste.

Due giorni dopo, arrostendo pesce spada sul barbecue del suo giardino, Gilmour spiegava a Leonard che Renato è la testa e la penna che si nascondono dietro al nome di Sir Robert Downey, e sottolineava quanto lui e Leonard fossero entrambi grandi fan del detective Brandon. “Anzi, a questo proposito avrei un favore da chiederti…”, dice Gilmour a Renato. Nell’inatteso sequel di Rock can kill you, pubblicato qualche mese dopo, Brandon non riuscirà a salvare la vita del  musicista così simile a Waters, che sarà, infatti, ucciso a sangue freddo da un certo David, efferato assassino e chitarrista provetto. Il libro, dedicato all’amico Leonard, indimenticabile poeta e viaggiatore, è, a oggi, il giallo di maggior successo di Sir Robert Downey.

Testo: Cristiana Turchetti

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