THE ROLLING STONES: il mito prende vita

Foto via: www.guitarclubmagazine.com/

Gli anni leggendari in cui prese vita il mito dei Rolling Stones: ne abbiamo parlato coi protagonisti di questa storia

Quando il 7 giugno 1963 viene diffuso il loro primo 45 giri per la Decca Records, i Rolling Stones non sono ancora nessuno. Mick Jagger, Keith Richards, Brian JonesBill Wyman e Charlie Watts sono, in quel momento, null’altro che una brava cover band, nota solo negli ambienti del sud-ovest di Londra per i loro concerti infuocati, in cui ripropongono a modo loro e con un’energia fuori dal comune le canzoni di Muddy Waters, Jimmy Reed e Lightnin’ Hopkins. Il brano scelto per il primo singolo – Come On, una cover di Chuck Berry – è peraltro anomalo: non è blues e nemmeno rhythm’n’blues, in cui gli Stones sono specializzati, ma piuttosto rock’n’roll, quindi è praticamente un disco pop. Esce, fra l’altro, nel momento in cui i Beatles stanno esplodendo con il loro “Liverpool Sound”, issati sulle spalle di Buddy Holly e di Gene Vincent, e se ci si vuole mettere alle loro calcagna, qualche concessione bisognerà pur farla…

James “Nanker” Phelge (coinquilino di Keith Richards e Mick Jagger): Circa una settimana prima della pubblicazione, i ragazzi rincasarono con una copia promozionale, che misero subito sul giradischi. […] Pensai che era una merda. Non era certo quello che mi aspettavo di sentire. L’effetto complessivo non aveva niente del suono dal vivo della band. Mi colpì subito il fatto che sembrava troppo veloce. Era come se avessero avuto tanta ansia di registrarla da farsi sopraffare dall’entusiasmo. 

Keith Richards (chitarrista dei Rolling Stones): Non pensavo fosse il meglio che potevamo fare, ma sapevo che era qualcosa che avrebbe lasciato un segno. Come registrazione, è probabilmente migliore di quanto pensassi all’epoca. 

Andrew Loog Oldham (manager dei Rolling Stones): Presto si capì che la Decca avrebbe  fatto molto poco per promuovere il singolo. Fecero un’unica pubblicità per Come On, una striscia da un quarto di pagina sul «NME» dedicata a quattro gruppi. […] L’atteggiamento tipico della Decca era: “Be’, ce li abbiamo noi, nessun altro li può avere”. I dischi o i gruppi non venivano lanciati, venivano solo sbattuti contro il muro. Non ci furono pubblicità che proclamavano quanto fosse grande il primo singolo dei Rolling Stones. Non ci fu un crescendo da parte della casa discografica. Con un singolo ti concedono una settimana, e la settimana successiva hanno un altro mucchio di singoli da sbattere contro il muro.

Mick Jagger (cantante dei Rolling Stones): Non penso fosse molto buona, in effetti era una merda. Era davvero merda. Dio sa come ha fatto a entrare in classifica, è stata tutta hype. In effetti, non ci piaceva a tal punto che non l’abbiamo mai suonata in nessuno dei nostri concerti. Andrew Loog Oldham: Alla fine, per far andare Come On in classifica, ho dovuto pagare. Ho comprato i dischi io stesso. Ciò era al di là e al di sopra della corruzione, di modo che nessuno poteva fare controlli nei tuoi confronti. Se c’erano 5000 negozianti, tutto quello che bisognava sapere era sapere chi erano quei 450 le cui vendite venivano riportate per stilare le classifiche. 

Un mese dopo l’uscita di Come On, che si ferma  al n. 21 delle classifiche inglesi, il 7 luglio 1963 gli Stones appaiono per la prima volta alla tv inglese, al programma Thank Your Lucky Stars. Pur essendo ovviamente Mick Jagger, il cantante, il “fuoco” delle riprese televisive, a spiccare come presenza è soprattutto il biondo chitarrista Brian Jones, fondatore e teoricamente leader della band.

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