“Ichiban!”. È forse questa la chiave per leggere EGYPT STATION, il nuovo disco di Paul McCartney? La parola giapponese – contenuta nel brano Back In Brazil – significa “numero uno”. È una coincidenza allora che EGYPT STATION sia arrivato al n. 1 su «Billboard», a trentasei anni da TUG OF WAR? Conoscendo McCartney, ogni fattore casuale sembra escluso.
EGYPT STATION ha venduto circa 145 mila copie nella prima settimana in America: una performance inferiore rispetto a quella di MEMORY ALMOST FULL (che nel 2007 ne aveva collezionate 161 mila), ma eccellente in considerazione dei cambiamenti epocali cui il mercato discografico è andato incontro nell’ultimo decennio. Consapevole di contare su una base di fan sempre più ristretta, McCartney ha elaborato un piano commerciale quasi “pavloviano”, per il riflesso condizionato in grado di generare: la pubblicazione di molteplici versioni di EGYPT STATION – tra Cd e vinile – ha moltiplicato le vendite del prodotto in presenza di un’audience ridotta, ma affamata di qualcosa “da toccare” (la logistica ringrazia).
Paul ha inoltre sfruttato le nuove regole di «Billboard» per la compilazione delle classifiche: il bundle concerto-Cd (ora ammesso) ha fruttato un buon volume aggiuntivo di vendite. Gli acquirenti dei biglietti di una decina di date americane di Macca (alcune del 2017, per un totale di 120 mila posti) si sono visti recapitare a casa EGYPT STATION: stimando che il 20% abbia approfittato dell’offerta si tratterebbe di 24 mila copie. Un sondaggio sul forum www.stevehoffman.tv rivela inoltre che il 50% dei fan ha acquistato più di una copia del disco… Se aggiungiamo poi che McCartney ha “cucinato” i media con la consueta abilità, sfornando aneddoti beatlesiani di taglio sensazionalistico, il cerchio si chiude.
Frutto di due anni di lavoro, EGYPT STATION è, a ben contare, il ventunesimo album di McCartney (Wings inclusi e Fireman escluso) costituito da materiale originale. Accompagnato da Greg Kurstin alla produzione (in un brano c’è Ryan Tedder, ex One Direction), McCartney ha fatto leva su un vocabolario musicale vario come sempre: ora forbito (ma mai snob), ora più alla mano, ora addirittura slang.
EGYPT STATION è stato recensito su «Classic Rock» n. 71 mentre la nostra track by track la trovate su «Classic Rock» n. 72, disponibili qui.
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