Il Village Green dei The Kinks in una nuova versione

The Village Green Preservation Society – 50th Anniversary Edition – The Kinks

Fa strano pensare che, nonostante sia uno degli indiscussi capolavori del pop-rock inglese di tutti i tempi, quando VILLAGE GREEN arrivò nei negozi non ci fece caso nessuno. Un po’ perché era il 22 novembre 1968, lo stesso giorno della pubblicazione del WHITE ALBUM che oscurò tutto il resto, ma anche perché questo strambo concept composto da melanconiche, inglesissime dissertazioni in musica sul cricket, sul vaudeville e sulle tradizioni locali in via d’estinzione, era quanto di più lontano potesse esserci dallo zeitgeist di allora, dominato dal frastuono del blues progressivo e dagli abbaglianti colori della psichedelia.

La sua piena rivalutazione è avvenuta più in là, quando una nuova generazione, avendo posato la puntina sul disco più per curiosità che per altro, rimase a bocca aperta fin dal manifesto della title-track in cui i Kinks dichiaravano coralmente di essere “la Village Green Preservation Society / Dio salvi Paperino, il vaudeville e il varietà”. Da allora, VILLAGE GREEN è stato ristampato più volte, di solito includendo negli 80 minuti di un Cd, oltre all’Lp ufficiale in mono di 15 pezzi, anche la versione stereo di 12 brani inizialmente pensata (ma poi ritirata) per i mercati extra-Regno Unito.

The Village Green Preservation Society – 50th Anniversary Edition

Ora però, per il 50esimo anniversario, si è pensato di fare le cose alla grandissima. La versione superdeluxe è composta da 3 Lp, 5 Cd e 3 45 giri, per un totale di 174 tracce, di cui molte rarissime o inedite. I 3 Lp contengono l’Lp mono del ’68, la sua controparte in stereo e la versione stereo 12-track (qui denominata “Swedish Version”). È lo stesso materiale che ritroviamo sui primi due Cd, che in più contengono anche una messe di bonus tracks (già edite in qualche precedente edizione). Più interessanti il Cd 3 (con le outtake delle sessions di VILLAGE GREEN) e il Cd 4 (con le esecuzioni radiotelevisive alla BBC delle canzoni del disco, tra il ’68 e il ’69) mentre lascia assai perplessi la scelta di inserire nel Cd 5 le outtake e gli inediti incisi dai Kinks durante la lavorazione nel 1973 della rock-opera PRESERVATION (una sorta di “sequel” di VILLAGE GREEN), decisamente spuri rispetto al disco del 1968. E, per finire: i tre 7’ contenenti i singoli dei Kinks del periodo, uno dei quali, Days, arrivò al n. 12 delle classifiche inglesi ma fu poi espunto dalla scaletta dell’album (lo si trova però in appendice sia degli Lp che dei Cd).

Questo per quanto riguarda la ristampa-monstre che consigliamo unicamente ai fanatici dei Kinks e di Ray Davies. Per tutti gli altri, sono comunque in commercio la versione in 2 Cd (con una selezione di outtakes) e in Cd singolo, con la versione stereo dell’album del ’68: 15 tracce perfette oggi come allora, con le loro meravigliose elegiache melodie pop (e il rhythm’n’blues di Last Of The Steam-Powered Trains) che raccontano, con l’empatia e l’ironia di Ray Davies, l’inesorabile caduta e declino dell’Impero Britannico.

Testo a cura di Francesco Donadio.
L’articolo completo sui The Kinks è su Classic Rock n. 72, disponibile qui.

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