Roger Waters: volenti o nolenti siamo sempre in guerra

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Foto: Giuseppe Maffia/NurPhoto/Getty Images

Abbiamo incontrato Roger Waters mentre si stava preparando ad arrivare nel Regno Unito con il suo nuovo tour, Us + Them: abbiamo parlato delle tematiche che caratterizzano questa nuova serie di concerti e ci siamo fatti descrivere come sarà la nuova ristampa di ANIMALS…

Lo scorso 26 giugno, Roger Waters è arrivato a Dublino per il primo di due concerti in terra irlandese. In totale, il tour ha inanellato otto date, la più importante delle quali è stata indubbiamente quella all’Hyde Park di Londra del 6 luglio. Si tratta dei tipici concerti a cui i Pink Floyd ci hanno abituato a partire dalla fine degli anni 70: eventi di massa, imponenti, che Waters ha ripreso a mettere in scena con continuità negli ultimi dieci anni.

Dopo la reunion dei Pink Floyd al Live 8 del luglio 2005, l’artista inglese ha portato in tour THE DARK SIDE OF THE MOON tra il 2006 e il 2008, mentre dal 2010 è stata la volta di THE WALL, prima nelle grandi arene al chiuso e poi negli stadi all’aperto. Ora è il turno di Us + Them, una sorta di greatest hits pinkfloydiano, a cui sono state aggiunte un paio di canzoni dall’ultimo disco solista di Waters, IS THIS THE LIFE WE REALLY WANT?, il primo dopo venticinque anni di attesa.

Una volta assodato che THE WALL LIVE è stato il tour di maggior successo per un artista solista negli ultimi anni, e che anche IS THIS THE LIFE WE REALLY WANT? è un ottimo album, il fatto che Waters continui a girare il mondo con le canzoni dei Pink Floyd significa non solo che la sua eredità è decisamente credibile, ma anche che l’attenzione per i dettagli lo premia giustamente. Forse vale la pena di ricordare che quando nel 2010 lanciò il tour di THE WALL, l’ex Floyd, oggi settantaquattrenne, lo definì come una sorta di “canto del cigno”, lasciando chiaramente intendere che sarebbe stata l’ultima impresa a cui si sarebbe dedicato. Ma a otto anni di distanza, evidentemente qualcosa è cambiato

Ottima domanda. Credo che questo tour sia nato nel momento in cui, due anni fa, Paul Tollet e i ragazzi della Goldenvoice (la società di comunicazione e promozione fondata da Tollet) mi hanno chiesto di partecipare al Desert Trip Festival, iniziativa collegata al Coachella Festival, al quale avevo preso parte nel 2008. Da allora ogni anno mi avevano proposto di tornare. Ma Coachella è una cosa principalmente dedicata ai giovani, con tutti gli annessi e connessi, mentre Paul ha avuto l’idea di riunire insieme un po’ di artisti e di band storiche. Quindi la sua idea era quella di mettere insieme Pink Floyd, Rolling Stones, The Beatles (Paul McCartney), Bob Dylan, Neil Young e The Who: sei concerti divisi in un fine settimana, quindi due il venerdì, due il sabato e due la domenica.Se le prevendite fossero andate bene, avremmo replicato il fine settimana successivo. A quanto ho capito, in poche ore sono stati venduti 500.000 biglietti.

Così mi sono dovuto mettere al lavoro per allestire lo spettacolo e nel farlo mi sono reso conto che per la prima volta mi veniva chiesto chiaramente di raccogliere l’eredità dei Pink Floyd.

Mi sono chiesto se sarei stato in grado di riuscirci e la risposta è stata affermativa. Una volta fatto tutto questo lavoro, ho pensato che se il nuovo album fosse andato bene avrei potuto inserire qualche pezzo in scaletta e dare vita a un nuovo spettacolo. Lo spettacolo si identifica nella canzone Us And Them di DARK SIDE OF THE MOON, che parla di come dobbiamo cercare l’amore in noi stessi e l’empatia con gli altri esseri viventi”.

Testo: Wibo Dijksma/NPO2 Foto: Giuseppe Maffia/NurPhoto/Getty Images

L’intervista a Roger Waters è su PROG n. 20, disponibile qui.

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