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KSCOPE: L’etichetta del momento.

L’etichetta più cool del momento, per dare un futuro al prog.

Kscope è una delle etichette britanniche più influenti e di maggior successo commerciale degli ultimi anni, il loro marchio è un inequivocabile sigillo di qualità che ha quasi il potere di far comprare un disco a scatola chiusa.

La loro etichetta rappresenta la sintesi di un nuovo modo di intendere questo genere: moderno, intelligente e agile. Le loro band sono molto diverse fra loro, ma tutte accomunate dal desiderio di superare gli standard tipici del prog del 70 per offrire una versione interessante, per certi versi spiazzante, di questo suono. L’immagine del caleidoscopio pensata da Steven Wilson per il nome della label, appunto KSCOPE, in questo senso è perfetta, un continuo mutare di forme e colori, visioni che non sono mai uguali a se stesse.

Abbiamo intervistato il sales & marketing director di Kscope, Johnny Wilks, in realtà coinvolto in ogni aspetto della gestione che ci ha spiegato: “Qui c’è una completa armonia fra gli artisti e l’etichetta. Ci interessa solo realizzare qualcosa che rispecchi completamente l’attenzione che diamo alla nostra musica e che rispetti chi l’ha creata come chi ne fruirà. […] I nostri artisti non sono interessati a fare un mucchio di soldi, a drogarsi o a chissà quale eccesso, ma a fare musica che duri nel tempo e che li rappresenti senza filtri o maschere. Con gente così, è facile intraprendere un lungo percorso artistico.

Kscope fa della diversità la sua bandiera, pubblicando dischi poco tradizionali, il prog è una musica che si evolve continuamente, bizzarra, curiosa e differente dagli altri tipi di musica. Ovviamente hanno una strategie commerciale, e nonostante tutte le band che apprezzano possono far incidere solamente quelle che hanno una prospettiva commerciale. “Si tratta solo di usare il buon senso, poi, a volte, nel caso di dischi “difficili”, il cuore ha la meglio sulla ragione”.

Cinque band Kscope da conoscere:

  1. Enginerers
  2. The Pineapple Thief
  3. Anathema
  4. Blackfield
  5. Motholite

Leggi l’articolo completo sul numero 47 in edicola di Classic Rock! Un approfondimento di 4 pagine ti aspetta.

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