Col vinile, Vinicio Capossela ha praticamente esordito: i suoi primi due album (ALL’UNA E TRENTACINQUE CIRCA e MODÌ) furono pubblicati dalla CGD in vinile rispettivamente nel 1990 e nel 1991. Quando nel 1994 uscì il terzo, CAMERA A SUD, il Cd aveva definitivamente soppiantato il vecchio formato.
Fa dunque notizia che un quarto di secolo più tardi la discografia abbia deciso di fare indietro tutta e si sia messa con zelo a ristampare rigorosamente in vinile tutto Capossela, anche quello in origine uscito solo in digitale. Proprio in questi giorni, infatti, assieme a quei primi due dischi (ripubblicati in versione rimasterizzata su vinile 180 g) fanno il proprio debutto assoluto nel formato vintage anche il citato CAMERA A SUD, IL BALLO DI SAN VITO del 1996, CANZONI A MANOVELLA del 2000 e OVUNQUE PROTEGGI del 2006.
L’operazione, almeno per chi ne sa qualcosa in materia, fa per certi versi sorridere: un conto è restaurare dei nastri analogici e ristamparli nella loro veste originaria, un altro prendere delle registrazioni in digitale e convertirle in analogico per stamparle su vinile, compiendo un falso storico. Ma tant’è: la tendenza del momento va cavalcata, visto che a una discografia spompata e già in liquidazione sta offrendo una provvidenziale bombola d’ossigeno alla quale attaccarsi per sopravvivere ancora qualche anno.
Ciò che conta, in fondo, è la musica: e quella di Capossela merita di essere ascoltata, goduta e se possibile tramandata ai posteri.
Tutto il resto (ad esempio, il fatto che “per i primi due album l’artwork è stato mantenuto identico all’originale, ma con il rinnovamento di piccoli dettagli e per l’Lp CAMERA A SUD è stato creato un artwork ad hoc ma con un criterio logico che rispecchiasse la grafica del Cd originale”) è irrilevante, se non per una (crescente) fetta di mercato composta da collezionisti/completisti/feticisti.