Il glamour rock dei Roxy Music: la storia della band inglese

“Bolan, Bowie… and now Roxy Music”. È Mitch Howard del «Record Mirror» a enfatizzare così, nell’agosto del ’72, l’esordio discografico di Bryan Ferry e soci

Un breve estratto della Cover Story di Vinile 18, in edicola, dedicata ai Roxy Music. L’articolo integrale su Vinile 18 che si può acquistare qui.

Di Franco Brizi

I Roxy Music prendono forma verso la metà del 1971: Bryan Ferry mette un annuncio su «Melody Maker» per cercare un tastierista disposto a unirsi a lui e al bassista Graham Simpson. Risponde e si propone Andy MacKay, un insegnante sassofonista/oboista che a sua volta consiglia Brian Eno, tastierista ricercatore di suoni e appassionato di musica contemporanea e sperimentale, conosciuto poco prima.

Il 4 gennaio del ’72 sono ospiti di John Peel alla BBC dove ufficialmente presentano il demo, poi il 1° febbraio si esibiscono al Greyhound, il 18 all’Hand & Flower Hammersmith di Londra e il 19 a Leicester. Richard Williams è talmente entusiasta dei Roxy da dedicargli, sempre sul «Melody Maker» del 12 febbraio, una biografia e una retrospettiva prima ancora che la band sia entrata in sala d’incisione.

Prodotto da Pete Sinfield, il 33 giri d’esordio viene pubblicato il 16 giugno 1972 e l’inclinazione “glamour” si riflette nell’immagine di copertina (che sarà una costante per i primi cinque album), dove la modella Kary-Ann Muller viene immortalata dal fotografo Karl Stoecker.

L’entusiasmo attorno ai Roxy Music non si placa e raggiunge il culmine nelle due serate del 19 e 20 agosto al Rainbow Theatre di Londra, in cui il complesso funge da supporto a una delle star più osannate del periodo, David Bowie. Sono due concerti memorabili che mandano letteralmente in visibilio il pubblico: sul palco sfilano la rockstar glamour per eccellenza e la nuova miscela rock dei Roxy.

“For Your Pleasure” viene considerato da più parti come il disco migliore dei Roxy Music e l’intenso impasto di citazioni del disco di debutto viene confermato in pieno. Addirittura, musicalmente “For Your Pleasure” sembra avere soluzioni più mature, anche se meno sperimentali e invasive, o forse questa è semplicemente una suggestione perché viene a mancare quell’effetto “sorpresa” che solo “un’opera prima” può trasmettere. “For Your Pleasure”  è un lavoro che mette in evidenza il potenziale dei singoli musicisti.


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