Le tre chitarre acustiche dei BEATLES

di Paolo Somigli

Gibson J-160E

Forse l’acustica più iconica dei Beatles. Un loro antico amore, fin dai tempi di Love Me Do. Sia John sia George se ne comprarono una appena poterono, nel ’62. Bellissima, ancora oggi è un oggetto di culto. Amplificata con un pickup in fondo alla tastiera, ha le due caratteristiche manopole evidenti sul corpo, in basso. Tastiera in palissandro, top laminato, fondo e fasce in mogano, spalla arrotondata, sunburst. Presente quasi sempre sia in sala che al vivo, veniva registrata in diretta dall’uscita del pickup, oppure anche microfonata contemporaneamente. È la chitarra acustica più usata da John, ed è sopravvissuta anche nella sua carriera solista. Presente ovviamente estensivamente anche nel Bianco: John la suona in Dear Prudence, Glass Onion, The Continuing Story Of Bungalow Bill, Julia, Sexy Sadie, Revolution e Cry Baby Cry.

Gibson J-200 (1968)

Dalle session del Bianco in poi (in Ob-La-Di, Ob-La-Da, The Continuing Story Of Bungalow Bill, While My Guitar Gently Weeps, Piggies e Long, Long, Long), George (a differenza di John) cominciò a sostituire la J-160E con questa acustica Jumbo, soprattutto per le ritmiche.

Martin D-28 (1967)

Forse l’acustica più conosciuta e venduta al mondo. Si dice che sia l’unica chitarra che si può comprare a scatola chiusa, senza neanche provarla. Non tutti concordano, ma certamente costituisce un punto fermo nella storia della chitarra acustica moderna; è sempre e costantemente sulla bocca di tutti, insomma è una garanzia di qualità. John e Paul se ne sono portate un paio nel loro viaggio in India, come abbiamo già avuto modo di dire, e il disco Bianco nasce un po’ proprio da loro. È quella di Blackbird, tanto per intenderci. Paul la suona anche in Ob-La-Di, Ob-La-Da, Wild Honey Pie, Rocky Raccoon, Why Don’t We Do It In The Road?, I Will e Mother Nature’s Son.

 

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