Le Orme: tre domande a Michi Dei Rossi

Michi Dei Rossi, Intervista, Franco Vassia, Stone Music, Prog

Un breve estratto dell’intervista a Michi Dei Rossi uscita su Prog 23

Di Franco Vassia

SULLE ALI DI UN SOGNO racchiude una storia intera che sa di passato e profuma di futuro. Possiamo dire che ha anche l’aspetto di un omaggio musicale?
Inizialmente eravamo entrati in studio per produrre un album di canzoni inedite. Poi, quasi per caso, ci siamo accorti che quest’anno ricorre un fatto piuttosto particolare: il mio settantesimo compleanno! Ho quindi pensato di celebrarlo con un omaggio musicale e una scelta, rigorosamente personale, di canzoni che rispecchiano la mia storia, ma soprattutto il mio gusto artistico. Si parte con Collage (dall’omonimo album, 1971) – che ha come riferimento musicale la Sonata K380 di Scarlatti – e Preludio da CLASSIC ORME (2017)… poi Gioco di bimba (UOMO DI PEZZA, 1972), Notturno (CONTRAPPUNTI, 1974), La via della seta (dall’omonimo album del 2011), Verità nascoste (title-track del disco edito nel 1976). Seguono Amico di ieri (SMOGMAGICA, 1975), Canzone d’amore (45 giri del 1976), Sulle ali di un sogno (CLASSIC ORME). I due brani che non avevamo mai inciso sono Danza di primavera e Un altro cielo, elaborazione e arrangiamento dell’ Aria sulla Quarta corda di Johann Sebastian Bach.

…53 anni di attività…
Nei quali si sono scritti fiumi di inchiostro su di noi. L’attività di un gruppo che, nonostante gli anni e i mutamenti musicali, continua il suo “sogno” senza concedersi un solo attimo di pausa. Il 2018 è stato particolarmente prolifico: abbiamo suonato in Giappone e in Messico. In primavera, inoltre, abbiamo fatto un tour italiano, molto gratificante, in compagnia del violinista inglese David Cross (King Crimson).

Oltre alla forma celebrativa qual è, nel disco, il valore aggiunto?
All’album, edito il 15 marzo per la Sony Music, farà seguito il tour per valorizzare al massimo le particolari melodie che, da sempre, hanno contraddistinto il nostro sound. Un disco pensato per i fan affezionati e per il pubblico più giovane, che, almeno fino ad ora, non si è ancora avvicinato a questa particolare miscela di generi: ponte fra le sonorità di matrice classica e la musica rock.

 

L’intervista integrale su Prog Music 23 in edicola (e in digitale) dal 20 marzo

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