Per la rubrica “Live Review” il nostro lettore Giovanni Davoli ci manda la sua recensione.
Jerry Marotta, uno dei più importanti session men della storia della batteria rock, vanta un curriculum impressionante, tra Peter Gabriel, Stevie Nicks, Robbie Robertson, Hall & Oates, Robert Fripp, ecc..
Oggi vive a Woodstock, luogo storico per la musica sito a un paio d’ore di macchina da New York, e lì dirige il suo studio di registrazione, mentre contemporaneamente partecipa a vari progetti musicali. Uno dei più recenti lo vede impegnato accanto al cantautore newyorchese Flav Martin per una produzione dal sound folk-rock, costruita con canzoni soft e piene di atmosfera, suonate dal vivo con la chitarra acustica e spazzole sulla batteria.
Ad accompagnarli nel tour che li ha portati in quattro paesi europei, Michele Vitulli (aka Mitcha, bassista storico degli Articolo 31) che, al basso e al chapman stick, ha dovuto affrontare il non facile compito di riarrangiare i pezzi suonati in studio da Tony Levin nell’album “Soul Redemption”.
Non si sa se siano stata la presenza Michele o le origini italiane di Martin e Marott a far concretizzare le tre tappe italiane. Ma la scelta è parsa vincente dalla reazione del piccolo pubblico di appassionati che ha risposto a Roma. Introdotti da Francesco Rainero, che ha aperto lo spettacolo con un set acustico in cui la sua bella voce ha potuto brillare, i nostri ci hanno intrattenuto per una novantina di minuti, alternando musica a storie personali e familiari e collegandosi con semplicità e simpatia al pubblico.
Marotta, da grande session man, suona al servizio della musica, senza cercare di prendersi una scena che, con il suo nome, potrebbe appartenergli di diritto. Non ci sono stati assoli di batteria dunque, ma invece un accompagnamento preciso e mai fuori misura alle belle melodie cantate da Martin. Il tutto impreziosito da linee di basso e di stick mai scontate. Gran bella musica, eseguita magistralmente.
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