In mezzo ai figli dei fiori e ai troppi rock’n’roller dagli occhi spenti del 1968, Van Morrison appare unico. Il teppistello di Belfast era un guastafeste nato, con una voce aspra e vellutata al tempo stesso, e nel suo secondo disco solista combinò bellezze terrene con una trascendenza spirituale.
‘If I ventured in the slipstreams, between the viaducts of your dream’, cantava Van nel brano di apertura, come un mistico dell’East Side che s’imbarcava in un viaggio verso innumerevoli dimensioni sonore: rock, jazz, r&b, blues, folk e altre forme meno tangibili. Brani come Cypress 12 Avenue e Madame George erano una mappa dell’infanzia di Morrison, ma nella sua anima più intima ASTRAL WEEKS conteneva interi universi.
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