Gli album del 1979: The Wall – Pink Floyd

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Un breve estratto dell’articolo di Luca Benporath comparso su Prog 23, in edicola. 

Cosa dire che non sia estremamente banale di un album di cui si è già detto tutto? Iniziamo con un aneddoto.

Nel lontano 1989, la rivista «Paperlate» (la madre di tutte le pubblicazioni prog in Italia) indisse il primo referendum per i propri lettori e abbonati per capire quali fossero stati, nel decennio che andava a terminare, gli album più apprezzati. Ebbene, THE WALL, pur essendo stato uno dei più votati, venne tolto dalla classifica in quanto tutti coloro che l’avevano scelto erano convinti che il doppio concept fosse stato pubblicato negli anni 80.

In realtà non si erano sbagliati di molto: probabilmente erano stati confusi dal fatto che il singolo Another Brick In The Wall, Part 2 aveva fatto capolino nella Hit Parade nostrana solo nel 1980, risultando il dodicesimo singolo più venduto nel nostro Paese in quell’anno (dietro capolavori quali Disco bambina di Heather Parisi e la sigla dei cartoni animati di Remi – sigh!).

Oltre a questo, il tour che seguì l’album iniziò nel febbraio dell’80 per concludersi l’anno successivo dopo solamente trentuno show in quattro città diverse. Questa premessa non è solo aneddotica ma vuole anche rimarcare la natura musicale di THE WALL, sospeso tra sonorità di fine anni Settanta e le tendenze che avrebbero spopolato nel decennio successivo.

Si fa fatica a classificare un’opera nata da un episodio (la frustrazione di Waters per la cesura tra la band e il pubblico, culminata nel famoso sputo a un fan durante l’ultimo concerto del tour di ANIMALS nel luglio 1977) ma per la cui stesura ci vorrà oltre un anno e mezzo.

Difficile inserire THE WALL nella discografia della band, sempre più in crisi e con una rottura ormai irreparabile tra Waters e Gilmour della quale a farne le spese fu innanzitutto Rick Wright, licenziato in tronco e riassunto immediatamente dopo come turnista per i concerti del tour.

Musicalmente, non è né la prosecuzione di ANIMALS, né l’evoluzione verso THE FINAL CUT (quest’ultimo sarà piuttosto un approfondimento). Vogliamo semplicemente dire che è un gran bell’album?

 

 

 

L’articolo integrale su Prog 23 che si può acquistare qui.

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