Oggi nel Rock. Sticky Fingers al n.1: la storia delle canzoni

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Il 22 maggio 1971 il classico album dei Rolling Stones iniziava la prima di 4 settimane ai vertici della top ten americana

Il disco è il nono album in studio del gruppo, il primo realizzato dalla Rolling Stones Records ed anche il primo ad usare il logo con le labbra e la lingua disegnato da John Pasche; “Sticky Fingers”  è famoso per la copertina disegnata da Andy Warhol: una foto del cavallo dei pantaloni di Joe Dalessandro, che la maggior parte dei fan pensò essere quello di Mick Jagger.

 

I brani

Brown Sugar

Scritta principalmente da Mick Jagger, il brano è uno degli esempi più fulgidi del brillante stile ritmico di Keith Richards creato usando le accordature aperte (in questo caso di Sol); pare che il brano fosse stato scritto pensando a Marsha Hunt, la fidanzata segreta di Mick Jagger del tempo; stando a Jagger il brano esplora i temi combinati di sesso e droga!

Sway

Un brano più lento e bluesy arrangiato da Paul Buckmaster, di particolare rilievo per l’assolo di chitarra slide di Mick Taylor; da segnalare anche che contiene la prima performance di chitarra elettrica di Mick Jagger registrata su disco.
Mick Taylor riteneva che avrebbe dovuto avere i crediti per la scrittura del brano,  e che il non averli ricevuti (per questa e per altre canzoni) fu il motivo alla base della sua decisione di lasciare il gruppo nel 1974.

Wild Horses

Una delle ballad più famose dei Rolling Stones (e della storia del Rock) secondo Keith Richards il brano è stato scritto a proposito del fatto di “non volere essere in tour, un milione di miglia lontano da dove vorresti stare”; Ian “Stu” Stewart, pianista e fondatore della band, era presente alla registrazione ma si rifiutò di suonare perchè il brano contiene molti accordi minori, che detestava suonare.

Can’t You Hear Me Knockin’

Un pezzo nato da una jam casuale, la seconda parte era dichiaratamente nata per caso e ispirata a Santana; secondo Keith Richards la band non pensava neanche di essere stata registrata durante i lunghi assoli di sax e chitarra.

You Gotta Move

È un blues scritto originariamente da Mississippi Freddie McDowell e rifatto da molti artisti, tra cui Sam Cooke. Mick Taylor dichiarò di averla suoanta con una vecchia Telecaster del 1954 e che fu l’inizio dello stile slide che stava cercando di sviluppare per la band.

Bitch

Tra le canzoni più famose del gruppo, specialmente per il riff della sezione fiati; pare che alla session Keith Richards fosse arrivato molto in ritardo e che il brano non funzionasse molto bene; a un certo punto il chitarrista prese la sua chitarra in plexiglass “Dan Armstrong” e se ne uscì con l’iconico riff.

I Got the Blues

Un brano chiaramente ispirato alle ballad della Stax, un lento 6/8 portato dalle chitarre “colorate” con tanto effetto tremolo e riverbero; spicca la sezione fiati formata da Bobby Keys al sax e Jim Price alla tromba.

Sister Morphine

Scritta da Mick Jagger, Keith Richards e Marianne Faithfull, per tanti anni il nome della cantante venne omesso dai crediti; dopo una lunga disputa legale a partire dalle edizioni del 1994 di “Sticky Fingers” il suo nome è comparso tra gli autori. Un brano lancinante, con la chitarra slide particolarmente bella e in primo piano.

Dead Flowers

Un’escursione nella musica country, che la band aveva iniziato a conoscere e apprezzare grazie all’amicizia con Gram Parsons;  il brano è molto conosciuto ed ha avuto numerose cover, come quelle di Townes Van Zandt e di Steve Earle.

Moonlight Mile

Ultima canzone del disco, e ultima ad essere registrata, “Moonlight Mile” venne sostanzialmente concepita da Mick Jagger e Mick Taylor (che anche in questo avrebbe voluto essere accreditato come autore); il brano è una delle ballad più sottovalutate del gruppo, e offre una visione “dietro le quinte” della vita da rockstar. Di particolare rilievo le orchestrazioni di Paul Buckmaster.

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