An Englishman in Rome: l’intervista a Mal!

Mal, intervista, Vinile, 20, Stone Music, Maurizio Becker

Bello, sexy, inglese: Mal sognava di diventare come il suo mito Roy Orbison

Un breve estratto dell’intervista di Maurizio Becker tratta da Vinile 20, in edicola e online!

L’antefatto è più che noto: Alberigo Crocetta scoprì te e i Primitives in un locale di Soho, a Londra.
Sì, venne in compagnia di Gianni Boncompagni, che lo aiutava a selezionare i gruppi da portare al Piper. Ci fecero un’audizione e dopo un paio di mesi ci comunicarono che eravamo stati scelti.

Poi il primo 45 giri, che ebbe un successo incredibile.
Sì, Yeeeeeeh! fu l’inizio di tutto. Purtroppo, il secondo, L’incidente, non andò altrettanto bene. Vendette 2 o 300.000 copie, che rispetto alle vendite di Yeeeeeeh!, o dei 45 giri che feci dopo, era quasi niente.

Cosa ricordi di quella prima registrazione?
La facemmo a via Tiburtina, negli studi della RCA.

Tu avevi avuto modo di registrare in Inghilterra, per la Decca e per la Pye. Che differenze trovasti?
Dal punto di vista tecnico, non cambiava molto. Semmai, cambiava il modo, l’approccio. In Inghilterra erano più avanzati, avevano più voglia di sperimentare. In RCA cercavano di imitare quello che era stato già inventato da qualche altra parte

L’idea era proprio questa, presentarmi come una specie di moderno lord inglese

Dopo BLOW UP, la RCA realizzò un disco dalla copertina molto curata, con una bella foto di Fernando Muscinelli e un titolo un po’ altisonante, SUA ECCELLENZA MAL DEI PRIMITIVES. Ti stavano cucendo addosso un vero e proprio personaggio…
L’idea era proprio questa, presentarmi come una specie di moderno lord inglese. Ma non era così semplice mantenere questa immagine, considerando che io non ero assolutamente un lord inglese…

Quale è il tuo album RCA preferito?
Se devo essere sincero, a livello di album, non me ne piaceva nessuno. Erano un fritto misto, un’accozzaglia di canzoni e di intenzioni troppo diverse, non c’era un progetto coerente, come invece si faceva solitamente con gli album. E questo non mi piaceva

Ho letto che le tue apparizioni dal vivo erano un po’ turbolente, che il pubblico maschile ti prendeva di mira…
È vero, altroché. Mi ricordo che si mettevano sotto il palco e mi gridavano “frocio!!!” e io non capivo, anche perché ero appena arrivato in Italia. E allora, una sera, qualche stronzo mi spiegò che quella parola era un complimento. Mi disse: “Stai tranquillo, ti vogliono bene, anzi quando ti dicono quella parola, frocio, tu devi rispondere così: portami tua sorella! Fai così e vedrai che saranno tutti contenti. Hai capito Mal?, Portami tua sorella!”. E io feci proprio così. Dopo lo spettacolo, erano tutti incazzati neri, volevano menarmi…

L’intervista integrale su Vinile 20!

 

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