Chi è il padre del disco?

La storia del giradischi moderno nasce dal telegrafo: nell’ultimo quarto del diciannovesimo secolo, Edison diede una notevole spinta a tante e diverse invenzioni in diversi campi. Realizzando una sua applicazione del principio del telegrafo (una sorta di ripetitore automatico dello stesso messaggio), intuì la possibilità di realizzare uno strumento simile che, invece delle linee e dei punti dell’alfabeto Morse, potesse memorizzare e riprodurre la voce umana. A quell’intuizione dobbiamo la prima forma di fonografo, un rullo di ottone sul quale era presente un cilindro ricoperto di stagnola, sulla quale era incisa una spirale. Questa macchina riusciva a incidere e a riprodurre questi solchi, chiaramente in modalità asincrona.

Durante la fase di registrazione, la puntina che toccava la superficie di stagnola la incideva a pressione; durante l’ascolto, la stessa puntina raccoglieva queste informazioni sotto forma di escursioni meccaniche e le inviava a una membrana che a sua volta le trasformava in vibrazioni e quindi in “suono”. In occasione della prima presentazione pubblica della sua invenzione, Edison pronunciò e incise la frase “Mary had a little lamb”, l’inizio di una filastrocca popolare inglese. La riproduzione di quell’incisione aveva una qualità pessima, al limite del riconoscibile, ma poco importa: era l’inizio di una rivoluzione.

La “macchina parlante” fu presentata il 6 dicembre 1877: segnatevi questa data, perché il compleanno di tutti i vostri dischi. Qualche mese dopo, Edison ottenne il brevetto e quindi il riconoscimento pubblico della sua invenzione: la data ufficiale è quella del 19 febbraio 1878. Edison fondò la “Edison Speaking Phonograph Company” con l’obiettivo dello sfruttamento commerciale del fonografo – non in senso consumer come possiamo immaginare, ma per applicazioni in fiere di paese e luna park. Consapevole che la sua macchina era ancora rudimentale, Edison aveva bisogno di testarla sul campo per capire come svilupparla.

In realtà, c’era già chi stava migliorando la sua idea e da lì a poco sarebbe arrivato sul mercato il grammofono, che costituiva un notevole progresso rispetto al fonografo: la stagnola era sostituita dalla cera, il cilindro lasciava il posto a un disco vero e proprio, la tolleranza dei solchi incisi era molto più bassa e la puntina di lettura andava a leggere le informazioni in senso orizzontale e non più verticalmente. Siamo sempre più vicini all’idea del disco come lo intendiamo oggi.

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Viviana Mastropietro

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Viviana Mastropietro

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