“La Cuccagna”: Morricone, Tenco e De André in un solo film!

Nel 1962 il regista Luciano Salce, in occasione del suo film “La cuccagna”, riunisce tre (allora) sconosciuti talenti musicali ai loro esordi: Ennio Morricone, Luigi Tenco e Fabrizio De André.

Morricone aveva lavorato solo con Salce, scrivendo le colonne per i suoi primi due film Il federale (1961) e La voglia matta (1962), De André aveva appena pubblicato il primo 45 giri Nuvole barocche (Karim, 1961) e Luigi Tenco aveva pubblicato i primi 45 giri per la Ricordi tra il ’60 e il ’61. Le emissioni discografiche relative al film La cuccagna costituiscono oggi un set di rarità assolute per i collezionisti, dischi che meritano la definizione impossible to find!

Si tratta di un bel film poco noto al di fuori degli addetti ai lavori, che offre una miriade di spunti interessanti a collezionisti, melomani, cinefili, studiosi del costume o semplici appassionati. Inserito a pieno titolo nel filone della Commedia all’italiana, La cuccagna segue a ruota Il federale e La voglia matta che, pur non rappresentandone gli esordi da regista, fecero conoscere Salce al grande pubblico. Nel saggio di Alberto Vincenzoni L’illusione del boom economico in Italia nel docufilm “La cuccagna” di Luciano Salce (Logus Mondi Interattivi, 2014) a oggi l’unico riferimento bibliografico, se ne lamentano (e ci associamo) sia la scarsa, inspiegabile, distribuzione nelle sale cinematografiche sia la quasi totale assenza dai palinsesti televisivi per circa mezzo secolo: le pochissime programmazioni vennero pianificate ad ore assolutamente improbabili su canali tv tra i più fantasiosi. Da pochi anni a questa parte il film è finalmente disponibile in Dvd, con interessanti contenuti extra tra cui un’intervista a Emanuele Salce, figlio di Luciano. In alternativa, segnaliamo che nel riferimento sopra citato la descrizione della trama è talmente capillare da raggiungere in svariate occasioni il livello di dettaglio del singolo fotogramma, candidandosi a essere un valido succedaneo della pellicola stessa per chi si accontenti, beninteso, di una narrazione romanzata. Vincenzoni sostiene che, come per La voglia matta ma per motivi diversi, anche La cuccagna ebbe problemi di natura censoria che culminarono nell’improbabile decisione di vietarne la visione ai minori di 21 anni e nell’altrettanto poco verosimile ritiro dal circuito cinematografico dopo un solo giorno (il 29 settembre 1962) di programmazione.

Sicuramente, con maggior oggettività, si trattò di un film scomodo per gli apologeti del Bel Paese di allora per il grottesco disincanto con cui Salce enfatizzò alcune tematiche ancora poco note se non del tutto sconosciute al grande schermo: tra queste sicuramente l’omosessualità, la teledipendenza, il nucleare, i rigurgiti neofascisti, le molestie sessuali, l’antimilitarismo. Ma il tema dominante, cui a buon diritto è sarcasticamente dedicato il titolo, è la cronaca (fattuale) di un declino annunciato, quello del boom economico che aveva caratterizzato e dato impulso all’economia della seconda metà degli anni Cinquanta: metafora itinerante di questo tema sarà Rossella, la protagonista femminile del film nella quotidiana ricerca di un lavoro che la gratifichi e la affranchi da una famiglia problematica, accompagnata da Giuliano, novello grillo parlante nel non facile compito di aprirle gli occhi a ogni prevedibile tentativo altrui di carpirle la buona fede e oltre. I due interpreti principali, Donatella Turri e Luigi Tenco, entrambi al loro esordio cinematografico, offrirono una prova molto più che convincente, come del resto anche gli altri attori del cast tra cui spiccano, per celebrità, Ugo Tognazzi che battibecca con Tenco decantando le meraviglie della sua Maserati e lo stesso Luciano Salce, nel ruolo di un ampolloso colonnello di artiglieria che assiste a una esercitazione di cannoneggiamento sul litorale.

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