Ecco come nacque la sexy music

Una piccola discografia (spesso censurata) parallela a quella ufficiale: ecco com’è nata la sexy music!

Verso la fine degli anni Sessanta la contestazione, l’emancipazione femminile e una graduale caduta dei tabù sgretolarono rapidamente i limiti del consentito, la realtà sostituì la fantasia, e le icone del desiderio cominciarono ad assumere le loro fattezze reali.

Si sviluppò un’esigenza di materiale caliente che in capo a tre anni spinse Bernardo Bertolucci e Gerard Damiano a produrre due monoliti dell’erotismo, Ultimo Tango a Parigi e Gola Profonda, ma che già dal 1969 ebbe ripercussioni anche sulla musica. Artefice? Un quarantenne di nome Lucien Ginsburg, in arte Serge Gainsbourg, che nell’autunno del 1967 ebbe la geniale idea di immortalare su nastro un rapporto con la sua ragazza di allora, l’attrice Brigitte Bardot.

Usò come base un tema da lui stesso composto per il film di Édouard Luntz Les Coeurs Verts (Scene de bal n° 1 del 1968), lo fece arrangiare in chiave heavy-psych da Michel Colombier, lo ribattezzò poeticamente Je t’aime… moi non plus, e lo farcì con un testo da far impallidire il più libertario dei libertini. “Je vais et je viens entretes reins”, e “Je me retiens. Non! Maintenant… Viens!” furono i due passaggi più espliciti, e per questo, non appena il master definitivo venne trasmesso su Radio Europe 1 scoppiò un putiferio. Gunter Sachs, il marito della Bardot, andò su tutte le furie, impedì la pubblicazione del brano che venne sbloccato solo nel 1986, si riprese la moglie fedifraga, e lasciò Serge solo e disperato.

Fortunatamente, sul set del suo nuovo film Slogan (1969), il nostro incontrò Jane Birkin, un’inglesina di vent’anni già comparsa a seno nudo in Blow-Up di Michelangelo Antonioni, che non solo sarebbe diventata la sua compagna per dodici lunghi anni, ma l’interprete femminile dell’ancora inedito Je t’aime…

La canzone venne così riarrangiata da Arthur Greenslade, reincisa nel dicembre del 1968 tra Londra e Parigi, e cantata dalla Birkin un ottava sopra la Bardot, espediente che rese la sua fragile voce ancor più seduttiva. Tra anatemi e censure il 45 giri – poi miliardario – uscì nel febbraio del 1969, e quello che fu uno degli anni più significativi del rock e del pop, si arricchì di un nuovo genere, la sexy music, là dove l’amore non veniva semplicemente menzionato, ma restituito nella più schietta delle maniere possibili.


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