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David Bowie e il terrore di suonare in Italia

Per molti anni l’Italia non ha potuto assistere agli show live del Duca Bianco: dopo i racconti di Lou Reed, Bowie era terrorizzato dai possibili tafferugli

Durante tutti i “golden years” l’Italia è sistematicamente esclusa dalle tournée di Bowie. Come mai? Secondo Carlo Basile, che all’epoca lo seguiva per la RCA Italiana:

La fregatura fu che quando Lou Reed incontrò Bowie gli disse cosa succedeva da noi nei concerti e che era un vero casino. Lui mi disse: ‘Carlo, non me la sento di venire in Italia a suonare. Non me la sento di mettere a rischio musicisti e pubblico, Lou Reed mi ha raccontato cosa è successo al suo concerto’.

Il maleficio si spezza il 25 marzo 1987, quando Bowie va in scena al Piper Club di Roma per un memorabile show in cui suona due brani (Bang Bang e 87 And Cry), annuncia il suo prossimo, imminente, primo tour italiano e risponde alle domande di fan e giornalisti. Il tour (9 giugno a Firenze, Stadio Comunale; 10 giugno a Milano, Stadio Meazza; 15 e 16 giugno a Roma, Stadio Flaminio; 18 luglio a Torino, Stadio Comunale) neanche a dirlo è un successone, anche se alla seconda data di Roma si verificano degli sfondamenti da parte degli “autonomi” con lancio di lacrimogeni che inducono Bowie a tagliare corto il set.

Da questo punto in poi, tuttavia, non mancherà mai di includere l’Italia nei suoi tour. Torna nel 1990 per il Sound + Vision (4 date), nel 1991 per il It’s MyLife Tour dei Tin Machine (5 date), poi, dopo un intervallo di qualche anno, nel 1996 per l’Outside Tour (3date), nel 1997 per l’Earthling Tour (4 date) e nel 1999 per un unico concerto promozionale di HOURS al Teatro Smeraldo di Milano. Quindi, il 15 luglio 2002, il concerto a Lucca per il tour di HEATHEN e infine, l’ultima data italiana in assoluto, il 23 ottobre 2003 al Fila forum di Assago.

Francesco Donadio

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