METALLICA: come sarà il tour 2017

Foto via: sw.fanpop.com/clubs/metallica

Frontman e chitarrista dei Metallica, rispettivamente James Hetfield e Kirk Hammett, sono stati di recenti intervistati da Chris Hardwick di “Nerdist“. Hanno parlato di moltissime cose, fra cui, l’attesissimo tour 2017, che si prospetta parecchio impegnativo.

James: “Abbiamo una bozza a matita per tutto l’anno. Il mio corpo mi ha detto di dire ai ragazzi che cinquanta show in un anno è il massimo che posso fare, in modo da rendere al mio meglio. E credo che siamo tutti d’accordo su questo punto. Cinquanta spettacoli in un anno sono un buon risultato, il mio corpo ce la può fare. La mente e lo spirito, invece, hanno bisogno di rivitalizzarsi un po’ con l’aria di casa e qualche giorno di riposo anche per la voce. […] Quando dico alla gente che faremo cinquanta show quest’anno, loro dicono: ‘Oh mio Dio! Sono un sacco’, io so che non lo sono, almeno non rispetto a quanto abbiamo fatto in passato.

Kirk: “Sì, voglio dire, in passato abbiamo fatto dei Tour folli, come dodici, quindici o sedici settimane di fila in cui ci esibivamo per cinque spettacoli a settimana!

James: “E quando tornavamo a casa eravamo divorziati, le nostre fidanzate se n’erano andate, gli amici scomparsi, e subentravano le dipendenze da alcune sostanze con cui eravamo in lotta.” Kirk concorda con il cantante e aggiunge che sono state tutte esperienze da cui hanno imparato molto, che gli hanno permesso di apprendere e migliorarsi.

Quando gli chiedono quanto è importante un tour per una band che desidera consolidarsi, Kirk risponde che, per i primi dieci o quindici anni, è un processo indispensabile. “Abbiamo praticamente vissuto di questo” dice.

James: “Vorremmo andare a suonare dove nessun altro ha mai suonato. La gente ci è stata riconoscente, come: ‘Nessuno ha mai suonato in Arkansas, e i Metallica l’hanno fatto!’ e questo la dice lunga. Niente è meglio che andare ad assistere ad uno spettacolo dal vivo, ascoltare ed essere lì. Non è solo la musica e non è solo la band, è l’atmosfera, solo le persone accanto a te, persino quel ragazzo che si vomita sulle scarpe.

Kirk: “E’ l’esperienza completa. Quando una band finisce la sua esibizione c’è quel momento in cui ci si sente un po’ come: ‘Si è concluso il concerto, non è stata la cosa più bella che abbia mai visto?’ oppure, ‘Wow, hanno suonato questo!’, voglio dire, fa tutto parte dell’esperienza. Non è come fare click su un pulsante o fissare uno schermo.

Continuando a parlare di schermi e tecnologia, quando si parla di ragazzi che anzichè godersi l’esperienza del concerto, si preoccupano di filmare tutto quanto coi loro telefonini, James, racconta di un’esperienza frustrante.

James: “Quando si alza lo sguardo e tutti hanno i cellulari o l’Ipad in mano è come stare di fronte ad una specie di esercito-robot in cui ognuno cerca di guardarci attraverso uno schermo. E’ davvero brutto. Non possiamo imporre nessuna regola sul non portare questo o quello, se si va ad un concerto, è giusto che ognuno lo celebri nel modo che desidera.“Aggiunge che, ognuno è libero di ricordare un determinato momento nel modo che preferisce, si chiede soltanto quale sia il giusto compromesso… godere appieno dell’esperienza o riguardarsi un concerto sul cellulare e pensare: “Cavolo, non l’ho sentito del tutto.“?

Per quanto riguarda la scaletta dei prossimi live, promette ci saranno dei classici ma anche molte delle belle canzoni presenti in quest’ultimo disco Hardwired… To Self Destruct!. E si dicono, continuamente in cerca di nuove combinazioni che diano piena soddisfazione ai loro fan impazziti, a vole disposti persino a seguirli in giro per il globo. Non ci resta che aspettare i live!

Via.

 

 

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