Bobby Ingram, leader dei Molly Hatchet, ci rivela tutto

Intervista esclusiva a Bobby Ingram dei Molly Hatchet, tra musica, concerti, fede e passato.

Anche se nel 2017 Dave Hlubek è scomparso, i Molly Hatchet non mollano la presa (e l’album dal vivo, BATTLEGROUND, pubblicato nel 2019 lo conferma). Abbiamo incontrato il loro leader, Bobby Ingram che, nonostante sia consapevole del passare del tempo, promette: “Finché sono qui, voglio che i Molly Hatchet continuino a spaccare“.

Quali sono stati i tuoi concerti più memorabili?

Bè, a volte succedono cose che non ti aspetti. Molti anni fa, eravamo in tour con i Blackfoot. Mi misi a correre mentre facevo il mio assolo, a un certo punto il palco mi mancò sotto i piedi e caddi per circa due metri e mezzo con la chitarra ancora al collo – e atterrai in piedi. Pensai: “Che è successo? Non dovrei stare qui sotto”. Poi Danny Joe Brown mi prese e mi ritirò su. Dopo i giornalisti mi dissero: “Amico, hai appena inventato il tuffo dal palco!”.

E quelli che ricordi con più emozione?

La prima volta che ho suonato al Coliseum di Jacksonville. Ho guardato giù e ho visto mia madre con un pass al collo. O quando mio padre finalmente venne a vederci all’Universal Amphitheatre. Non era mai venuto, non gli piaceva quello che facevo. A mia madre sì, a lui no. Ma tre mesi prima di morire ebbe la possibilità di venire a vedermi, e la colse. Papà era un ingegnere. Voleva che andassi al college, mi tagliassi i capelli, avessi un lavoro vero, tipo il commercialista. Bè, anziché fare un esame per la CPA [Cer-tified Public Accountant Exam], ho firmato per la CBS. La battuta non lo faceva ridere. Ma la vita è strana: ho appena finito i miei quattro anni al college, e il mese prossimo mi laureerò in legge.

Molti membri dei Molly sono morti giovani. Hai qualche spiegazione al riguardo?

In un certo senso, questo tipo di vita esige un prezzo. Devi stare molto attento. Non puoi continuare all’infinito a sballarti, o a fare cose che ti fanno del male fisicamente, emotivamente e spiritualmente. Vivere in tour è una faccenda tosta.

Nelle note di copertina ringrazi Gesù. Credi tenga il suo sguardo sul gruppo?

E anche sulla mia vita, da quando sono stato concepito. Sì, lo credo. E attorno a me sento la presenza degli angeli.

L’intera intervista a Bobby Ingram dei Molly Hatchet la trovi su Classic Rock 87, in edicola e in digitale.

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