Andrew Latimer ci parla del futuro dei Camel

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Intervista ad Andrew Latimer dei Camel, con cui abbiamo parlato del futuro della band.

Il 17 settembre 2018 i Camel si sono esibiti alla leggendaria Royal Albert Hall di Londra. Abbiamo incontrato il cantante/chitarrista e membro fondatore della band, Andrew Latimer, per parlare della pubblicazione in DVD e Blu-Ray di quel concerto e per discutere del futuro del gruppo.

Per un gruppo come i Camel è sempre un piacere guardarsi indietro ed esaminare i momenti più importanti della propria carriera. E di certo i due concerti alla Royal Albert Hall – nel 1975 e 2018- rappresentano due eventi cruciali della loro storia. Ad Andrew Latimer, membro fondatore, non piace però rimuginare sul passato e preferisce concentrarsi su quello che il futuro può ancora riservare.

Come prima cosa ti vogliamo chiedere quante speranze ci siano di ascoltare del nuovo materiale in studio, visto che il disco più recente dei Camel, A NOD AND A WINK, risale ormai a 17 anni fa.

Ah sì, mi fate tutti questa domanda. E non ho una risposta certa al momento. Compongo musica di continuo, ma se poi quello che scrivo porterà a un nuovo album… è tutto da verificare. Prima di tutto mi considero un narratore di storie, e dunque qualcosa succederà quando avrò una storia importante da raccontare. Se questo non succederà… allora non ci sarà nessun nuovo album. La mia vena compositiva non si è esaurita con gli anni – anzi. E mi piacerebbe far uscire altro materiale inedito. Ma solo se avrò l’opportunità di farlo come dico io.

Con decine di migliaia di copie vendute nei loro anni d’oro – THE SNOW GOOSE e MOONMADNESS sono diventati dischi d’argento nel 1976 e 1977 – un nuovo Lp dei Camel, dalla musica alla copertina, era sempre un evento. Il ritorno del vinile e l’aumento della richiesta per il supporto analogico negli ultimi tempi non deve esserti sfuggito.

Sì, so che il vinile ha ricominciato a vendere bene. E mi chiedono sempre se ho intenzione di far ristampare il catalogo dei Camel in questo formato. Devo dire che è qualcosa che prenderò in considerazione. Se è sostenibile realizzerò il progetto. A essere sinceri, sono contentissimo che il vinile sia tornato in voga. Ero uno di quelli che lo ha rimpianto quando il formato è quasi scomparso e il Cd ha preso il sopravvento. C’era molto lavoro, non solo sulla registrazione in sé, ma anche intorno alla maniera in cui il risultato veniva presentato al pubblico. La copertina non era solo un fodero di carta per tenere la polvere e lo sporco lontani dal supporto in vinile. Tutti, io incluso, stavamo le ore a guardare ogni singolo dettaglio della confezione. Era una componente fondamentale di ogni album. Con i Cd non hai lo stesso effetto. E per quanto riguarda i file scaricati e in streaming… è impossibile avere lo stesso rapporto con loro come ce l’hai con un vinile, no? Perciò, se e quando pubblicheremo un nuovo album, di certo mi informerò per vedere se è possibile stamparne il 33 giri – ma al momento stiamo parlando in pura teoria.

Se non ci sono piani per un album intero, perché non pubblicare canzoni singole?

So che molti artisti adottano questa soluzione. Se funziona potrebbe essere una valida ipotesi. È un approccio su cui dovrei riflettere seriamente però. I Camel sono sempre stati un gruppo più da album che da canzoni singole; per noi è sempre stato un vanto produrre opere omogenee, dove la musica scorre in modo più naturale. Cominciare a far uscire brani a se stanti in qualche modo mi sembra una soluzione troppo facile. Preparare un album intero è una sfida che adoro: la scelta di separare le canzoni in una pubblicazione diluita non può competere con la soddisfazione di realizzare un bel disco dalla A alla Z. Comunque, a questo punto della mia vita e della mia carriera, non posso escludere niente – vediamo cosa succederà in futuro.

Il resto dell’intervista lo trovi su Prog 28, in edicola e in digitale.

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