Orietta Berti: “Fin che la barca va non mi piaceva”

Orietta Berti riflette sul successo di Fin che la barca va all’interno dell’intervista di Vinile.

Nella nostra lunga intervista all’interno di Vinile 24, Orietta Berti ripercorre tutte le tappe della sua carriera, compresa quella del grande successo di Fin che la barca va. Le cose, però, non sono affatto come pensiamo.

Al Disco per L’Estate, nel ’70, porti un titolo che resterà per sempre nella musica italiana, magari non per i motivi che vorresti. Ovviamente mi riferisco a Fin che la barca va…

È un modo di dire, tutto italiano… È una canzone che ha venduto 4 milioni di dischi, cosa devo aggiungere? Ancora adesso mi arrivano le royalties… Cioè, io ti posso dire questo: che anche questa, come tutte le canzoni che mi proponevano, non mi piaceva. Ma non me ne piaceva proprio mai nessuna. Poi, dopo che mi avevano mi convinta a farle e che mi abituavo a cantarle, vedevo che il pubblico reagiva bene, così… Una canzone che mi ha proposto per tre anni consecutivi Tony Renis è stata Grande grande grande. Diceva: “Tu la devi fare questa canzone qua, la devi fare, perché nessuna donna, quando si sposa, non trova almeno un difetto all’uomo della sua vita”. E quando andammo a parlare al dirigente della Polydor io, Tony e Osvaldo [il marito, ndr], quello disse: “No, la canzone è troppo corta e poi per il pubblico di una finalissima di Canzonissima non va bene”. Era la fine del 1970. Insomma, non siamo riusciti a convincerlo.

In che senso era corta?

Non c’era ancora la seconda strofa, quella che parla delle rose. E venne il Disco per l’Estate dell’anno successivo e poi di nuovo Canzonissima. E alla Polydor mi dissero ancora di no… Poi si seppe che l’aveva scelta Mina. Tony Renis mi disse: “La fa Mina e la mette in un 33 giri, però non è la canzone di punta… So che a settembre vai alla Gondola d’Oro di Venezia, se vuoi presentarla lì…”. Sapeva che sarebbe uscito un trentatre che doveva essere una raccolta di tutti i 45 giri e così disse: “Almeno una canzone o due nuove le puoi mettere…”. Ma anche lì mi è stato detto di no. Si vede che ce l’avevano con lui o con il testo, non lo so. Ma poi magari con me non avrebbe venduto neanche un disco, chissà. Però ti dico che il provino che avevo fatto, non è che io l’avessi cantato tanto diversamente da come aveva fatto Mina. D’altronde, la canzone era quella…

L’intera intervista a Orietta Berti la trovi all’interno di Vinile 24, in edicola e in digitale.

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