Il mondo dei vinili, soprattutto quelli da collezione, è pieno di piccoli errori che hanno reso alcuni pezzi delle vere e proprie rarità. Generalmente, gli errori possono essere di due tipi: i cosiddetti mispress, ovvero gli errori dovuti alla pressatura del vinile; e i misprint, ovvero gli errori che riguardano il materiale stampato. Nel primo caso potremo trovare dei vinili con uno dei due lati non corrispondente all'album che abbiamo comprato. Nel secondo caso avremo invece alcuni refusi sulla copertina, sull'etichetta, nella tracklist, e in generale in tutto il materiale di testo.
È proprio questo secondo caso, quello dei misprint, di cui vogliamo parlarvi oggi. Questi errori sono spesso piuttosto banali, e sarebbero stati tranquillamente evitabili con una rilettura del materiale. Proprio per questa “banalità”, la maggior parte dei vinili con errori del genere non ha un alto valore, soprattutto perché spesso ne esistono un gran numero di copie. C'è però una quantità minore di casi in cui i dischi hanno raggiunto dei valori molto alti, diventando delle vere e proprie “chicche” per i collezionisti.
Ecco 5 vinili famosi in cui è possibile riscontrare il misprint.
1. Aerosmith - AEROSMITH (1973, Columbia Records)
Album di debutto della rock band statunitense. Contiene alcuni singoli che sono entrati nelle top ten delle classifiche mondiali, come la storica Dream on. Ma è nel retro della copertina che troviamo la traccia incriminata. Nella tracklist del disco, infatti, al posto di Walkin' the Dog è stato scritto Walkin' the Dig. Errore corretto immediatamente nella seconda stampa della copertina. Anni dopo, nel 2014, il chitarrista Joe Perry commenterà così questa vicenda:
Non vedemmo nemmeno la copertina prima della stampa. Era qualcosa che la Columbia semplicemente buttò insieme […]. Segnò l'inizio della nostra esperienza nell'avere a che fare con le etichette discografiche.
2. Francesco De Gregori - FRANCESCO DE GREGORI (1974, RCA)
Il terzo album del cantautore italiano contiene un vistosissimo errore di ortografia: sempre nella tracklist sul retro della copertina, al posto di Cercando un altro Egitto, troviamo scritto Cercando un'altro Egitto. Un apostrofo di troppo che costrinse l'etichetta discografica a correre ai ripari. La copertina venne corretta e ristampata.
3. Deep Purple - BLACK NIGHT/SPEET KING (1970, Jugoton-Harvest)
In questo caso, il misprint è riscontrabile nella versione in vinile dei due singoli dei Deep Purple che venne pubblicata in Jugoslavia nel 1970. Nel retro della copertina, infatti, troviamo scritto Speet King al posto di Speed King. Un errore tra l'altro piuttosto visibile, grazie al font utilizzato e alla dimensione del testo, ma che passò lo stesso inosservato all'etichetta discografica.
4. Led Zeppelin - LED ZEPPELIN III (1970, Atlantic)
Dopo più di un anno dall'uscita del secondo album, i Led Zeppelin tornarono con LED ZEPPELIN III. Ma la pubblicazione ritardò a causa di alcuni problemi con la copertina, che non convinceva Jimmy Page. In Italia, il disco venne diffuso in fretta e furia con una "busta" provvisoria, che sarebbe stato possibile sostituire una volta disponibile la copertina definitiva. Nell'angolo in basso a destra è possibile leggere:
Questa busta realizzata per soddisfare le pressanti richeste di questo attesissimo nuovo disco potrà essere sostituita presso i rivenditori con la busta definitiva in corso di preparazione.
Siete riusciti a individuare l'errore? La copertina provvisoria venne distribuita così velocemente che nessuno si accorse di una lettera mancante: richeste al posto di richieste.
5. Bruce Springsteen - BORN TO RUN (1975, Columbia)
Gli errori di distrazione non hanno risparmiato nemmeno i dischi del Boss. Sul retro della copertina di BORN TO RUN troviamo i nomi dei produttori dell'album, tra cui ovviamente Springsteen stesso e Jon Landau. Landau è noto come storico produttore del cantante ed è inoltre il presidente della commissione incaricata di scegliere ogni anno i nomi destinati a entrare nella Rock and Roll Hall of Fame. Un nome quindi importante, al quale però è stata aggiunta una lettera di troppo: John al posto di Jon. Un errore molto facile da commettere, soprattutto se si pensa alla grande diffusione della prima versione del nome all'interno del mondo anglofono.