Ecco cosa fece Ozzy Osbourne dopo essere stato “licenziato” dai Black Sabbath

Cacciato dai Black Sabbath, il cantante si rinchiuse in una stanza d'albergo. Dopo un anno vissuto nell'ombra, tornerà alla ribalta con un rock sferragliante come un "treno impazzito".

Nell'estate del 1979, il lussuoso Le Parc Hotel di West Hollywood doveva fare i conti con un ospite molto fastidioso. Si trattava di Ozzy Osbourne che, dopo essere stato "licenziato" in malo modo dai Black Sabbath, si era rintanato in una suite troppo costosa, nutrendosi di "casse di birra" in compagnia di spacciatori. I resoconti sulle condizioni del cantante sono abbastanza confusi, ma si diceva che ormai per lui i giochi fossero finiti.

Pensai davvero: "Sono al capolinea". Mi avevano sbattuto fuori. Ogni giorno mi ammazzavo di merda. Non uscivo mai. Non aprivo nemmeno le tende.

Si contano diverse versioni su come nacque il gruppo che fece risorgere un Ozzy disperato. Lui ricorda che un giorno arrivò Sharon, futura moglie, che gli disse che sarebbe stata la sua nuova manager. Il bassista e coautore Bob Daisley, invece, ricorda delle tempistiche differenti e insiste sull'essere stato lui ad aiutare la star a mettere assieme una formazione alla pari.

Comunque sia andata, entrambe le voci evidenziano l'impatto avuto su Ozzy dal chitarrista californiano dei Quiet Riot Randy Rhoads. Al loro primo incontro, negli uffici della Jet Records alla fine del 1979, Randy si presentò come un ragazzo perbene, con vestiti tirati, capelli perfetti, unghie curatissime. Un look ingannatore perché Rhoads mostrò da subito una tecnica chitarristica neoclassica e feroce – e anche un riff irresistibile. Nacque così la celebre Crazy Train.

Insolitamente, il lick di Crazy Train non era (come di norma nel metal) in Mi o in La, e di fatto fu la prima volta che qualcuno componeva qualcosa adeguandosi a Ozzy, e non il contrario.

Anni dopo, si discusse molto della paternità del riff in Fa minore di Crazy Train. Daisley in particolare non esita nell'affermare che il riff fosse tutto di Randy. Daisley avrebbe scritto la parte dell’assolo, e Ozzy la parte vocale.

E il titolo? Sembra che Crazy Train fu scelto perché la chitarra di Randy Rhoads aveva un effetto pari a uno sferragliare un po’ psichedelico, e ai musicisti i treni piacevano molto. Naturalmente, occorre andare oltre il riferimento ferroviario per comprendere il testo. Il brano propone infatti un messaggio antimilitarista, specialmente nella strofa finale:

Heirs of a cold war, that’s what we’ve become
Inheriting troubles, I’m mentally numb. 

Le registrazioni dell’album BLIZZARD OF OZZ iniziarono negli studi Ridge Farm nel Surrey, nel marzo 1980. Daisley fu soprannominato "Sid Serious" per il suo perfezionismo, Rhoads elogiato per la sua concentrazione, soprattutto nell'incidere assoli. Di Ozzy sicuramente non si poteva dire altrettanto.

Iniziava la sessione sobrio, ma si portava in studio una bottiglia di scotch. E mentre lavoravamo a un brano, lui se la scolava… 

Pubblicato come singolo nel 1980Crazy Train non fu un gran successo, ma fu uno dei punti di forza del tour di BLIZZARD OF OZZ, che rilanciò la carriera di Ozzy ed ebbe un’enorme influenza sul mondo della chitarra. Così ha ricordato infatti Tom Morello, chitarrista dei Rage Against the Machine:

Stavo nel sedile posteriore della macchina della mamma di qualche amico, e dalla radio arrivò Crazy Train. Prima mi colpì quel riff incredibile, e poi l’assolo, e ovviamente Ozzy – lo riconobbi subito come quello dei Black Sabbath. Alla fine della canzone mi dissi: "Che è successo?". Randy è stato il più grande chitarrista hard rock di tutti i tempi.

Purtroppo, Rhoads morì nel 1982 in un incidente aereo e il brano si trasformò in breve in un dolceamaro ricordo. Recentemente, questa sua caratteristica è emersa nel documentario Ozzy and Jack’s World Detour, racconto di un viaggio tra padre e figlio, che vede Ozzy ancora sconvolto mentre ascolta un nastro della canzone che gli salvò la vita. Così dice il musicista rivolto alla telecamera:

Ricordo quanto ci divertimmo a scrivere e registrare Crazy Train. Riascoltarlo è come tornare a un bel momento della mia carriera, ma nello stesso tempo a un momento davvero orribile della mia vita.

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