GROWING UP IN PUBLIC: l’intima confessione di Lou Reed

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Via WikiCommons

Nell'aprile del 1980 usciva GROWING UP IN PUBLIC, decimo album di Lou Reed. Un disco spesso sottovalutato, ma profondamente autobiografico.

Era il 1980. Lou Reed aveva lasciato da tempo i Velvet Underground, si era disintossicato e sposato per la seconda volta. Insomma, non era più l'Angelo del Male di un tempo, non più la rockstar tutta sesso, droga e rock 'n' roll, ma un marito e un uomo tranquillo, alla ricerca della normalità.

Lou Reed registra GROWING UP IN PUBLIC insieme a Michael Fonfara, che si cimenta alla chitarra e alle tastiere. Il disco, pubblicato il 2 aprile del 1980, non convince la critica come i precedenti. Riflette però in maniera decisa la condizione del nuovo Lou Reed: un uomo ispirato che, complici i testi più personali ed emotivi, non esita a confessare se stesso. Per l'ex Velvet Underground, il rock è il genere musicale viscerale per eccellenza. L'unico che gli consenta di esprimere ciò che sente dentro.

In GROWING UP IN PUBBLIC, tra il sound delle tastiere e le chitarre elettriche, c’è il racconto autobiografico di un Lou Reed che cerca il perdono e il ricongiungimento familiare. A introdurci nel vissuto traumatico del cantante è la traccia di apertura, How do you Speak to an Angel.

A son who is cursed with a harridan mother
Or a weak simpering father at best
Is raised to play out the timeless classical motives
Of filial love and incest.

Il figlio maledetto di una madre che sa sempre criticare e di un padre piagnucoloso è proprio lui, Lou Reed. La storia dell'artista è infatti una storia di disillusioni, di violenze, di amore familiare negato. La storia - ricordiamolo - di un ragazzo che venne sottoposto a ripetute terapie di elettroshock per via della sua bisessualità latente (ve ne abbiamo parlato qua).

Con GROWING UP IN PUBLIC l'autore si accinge a scavare in quell'entourage familiare che non ha saputo dare che sofferenza. E, dopo aver scavato, si prepara a perdonare. Anche quel padre violento, visto più volte picchiare la madre, come si intuisce da My Old Man:

And then like everyone else I started to grow
And I didn’t want to be like my father anymore
I was sick of his bullying
And having to hide under a desk on the floor
And when he beat my mother
It made me so mad I could choke.

Il disco, sottovalutato da buona parte della critica in quanto album di transizione tra THE BELLS e il successivo THE BLUE MASK, merita di essere ricordato proprio per il coraggio con cui Lou Reed è stato in grado di affrontare il proprio vissuto e trascriverlo in chiave rock.

Emblematica è in questo senso Think it Over, penultima traccia dell'album. Dopo una vita trascorsa tra violenza ed eccessi, Lou Reed sembra aver trovato finalmente il coraggio di amare, e riporre il proprio cuore nelle mani di un altro. E questo è sempre un rischio.

And so, he woke he woke her with a start
To offer his heart
Once and for all, forever to keep
And we really must watch what we say
Because when you
Ask for someone’s heart
You must know that you’re smart
Smart enough to care for it.

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