Mina: la dimostrazione d’amore per la musica sudamericana

Fra radio, televisione, concerti e sala d’incisione, Mina ha cantato davvero di tutto: qualsiasi epoca, genere, stile, autore... e in qualsiasi lingua. Portoghese compreso.

Per scrivere compiutamente della carriera di Mina, così ricca, così articolata, occorrerebbero fior di volumi. Stavolta vi vogliamo parlare di un suo grande amore, la musica sudamericana, poi frequentata e coltivata con successo anche da altre colleghe (Milva per i tanghi argentini, Ornella Vanoni per le canzoni brasiliane, anche Mia Martini  incise un brano in portoghese.

Fin dagli anni Cinquanta, il repertorio di Mina pullula di ritmi latini: beguine, cha cha cha, samba, samba guaracha (Moliendo café), tango e soprattutto bossa nova, che è tra le prime a lanciare in Italia.

Poi inizia a far tradurre dai suoi parolieri di fiducia i brani degli autori brasiliani: Jorge Ben, Chico Buarque de Hollanda, Roberto ed Erasmo Carlos, Vinicius De Moraes, Carlos Imperial, Antonio Carlos Jobim, Toquinho

Dalla penna di Antonio Amurri, Sergio Bardotti, Giorgio Calabrese, Bruno Lauzi e Paolo Limiti nascono così Allegria (Upa neguinho), C’è più samba (Tem mais samba), Che meraviglia (Que maravilha), Chi dice non dà (Canto de Ossanha), Dai dai domani (A praça), La banda (A banda), Sacumdì sacumdà (Nem vem que não tem)…

Molti pezzi – insieme a qualche primizia assoluta – confluiscono nell’album del 1970 MINA CANTA O BRAZIL, reso unico da una particolarità: pur essendo destinato al mercato nazionale, presenta tutti i pezzi in lingua originale portoghese.

Adesso riscorrete la tracklist e mettetevi comodi: vi lasciamo all’allegria, il romanticismo e la saudade della grande tradizione cantautorale brasiliana, in compagnia di una Signora che, con la sua voce, continua a emozionarci da oltre sessant’anni. Buon ascolto!

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