Gianna Nannini: “In Italia il rock non esiste”

All'inizio si ispirava a Suzi Quatro, poi scoprì Janis Joplin: normale, per una ragazza destinata a diventare la regina del rock all'italiana. Ma cosa pensa Gianna Nannini del rock internazionale? 

Sì, all'inizio della sua carriera Gianna Nannini si ispirava a Suzi Quatro (con cui tra l'altro ha anche suonato in seguito), ma il grande cambiamento si ebbe nel 1979: la svolta rock della Nannini coincide infatti con il successo commerciale dell’album CALIFORNIA. Una delle canzoni dell’album è la cover in italiano di Me And Bobby McGee di Kris Kristofferson, lanciata da Janis Joplin.

Come mai hai deciso di inciderla?

Io la Joplin ho iniziato a sentirla quando sono venuta a Milano. Claudio Fabi quando mi ascoltò mi disse: “Dentro di te c’è una voce che mi ricorda Janis Joplin”. Io gli risposi: “Chi è?”. Non lo sapevo, non l’avevo mai ascoltata. Comunque mi ha incuriosito, quindi sono andata subito nel negozio in Galleria del Corso e mi sono comprata un suo disco, JANIS JOPLIN IN CONCERT. Lo metto e mi identifico, aveva qualcosa di me, talmente di me che è diventata la mia amica del cuore, sono andata a comprarmi tutti i dischi, una specie di introspettiva. Io non sapevo l’inglese, quindi ho iniziato a cantare le sue canzoni con un inglese maccheronico perché non sapevo cosa volevano dire, mi servivano come studio, mi allenavo con i suoi dischi, e questo mi ha formato la voce rock. 

Verso il 1990, tu avevi già ottenuto il successo all’estero, prima in Germania e poi anche in Austria e in Svizzera, e sei un’eccezione perché i rocker italiani, prima parlavamo di Vasco Rossi e Ligabue, oltre le Alpi non sono conosciuti nonostante i tentativi che hanno fatto. Tu invece sei l’unica rocker italiana che è riuscita ad avere successo all’estero. Che spiegazione ti dai?
Ci sono dei cantanti la cui voce va oltre la parola, parlo di me ma soprattutto di gente come Ramazzotti o Zucchero, che cantano riferendosi alla melodia italiana che quindi si differenzia da quella che hanno all’estero, con i riferimenti all’opera. In Italia il rock non esiste, ci sono dei cantautori che mettono dei rumori rock lievi sullo sfondo.

Il rock vero lo fanno gli americani o gli inglesi, sempre legati a delle band, perché se fai un disco da sola sei un cantautore. In Italia siamo ancora troppo legati al testo, e quindi è per questo che il rock non è mai stato sdoganato veramente qui da noi, perché non si capiscono i testi. Invece è la voce che va oltre la parola e quindi la comunichi in tutte le lingue.

Hai mai provato in tutti questi anni il lancio negli USA? Come ha provato Battisti, fallendo tra l’altro?

È difficile in America se non conosci l’inglese, se non canti in inglese. Ti vengono a vedere gli italiani, se fai un concerto a New York vengono i figli degli italiani, ma non è un pubblico internazionale.

Proprio per quello ti chiedevo se hai mai provato a fare un disco con i testi in inglese, come fece Battisti...

No, perché le volte che ho provato a cantare due o tre canzoni in inglese si sente subito che non sono inglese: la lingua italiana è il mio genere. Sì, bisogna pensare in grande perché se non abbiamo il coraggio della nostra lingua rimaniamo sempre fino a Chiasso, bisogna esagerare con la nostra cultura, non fare finta di non esistere, allora forse c’è qualche speranza di farsi conoscere all’estero.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

You May Also Like