Quando Marilyn Monroe divenne amica di Ella Fitzgerald

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Il 25 aprile 1917 nasceva "Mama Jazz". Nella bella e triste storia di Ella Fitzgerald, c'è una curiosità che non tutti sanno: Marilyn Monroe le cambio la vita. In meglio.

Un debutto a soli diciassette anni, un'estensione vocale di più di tre ottave, una grande capacità di improvvisazione jazzistica e duetti con importanti musicisti quali Louis Armstrong o Frank Sinatra.

Ella Fitzgerald, Lady Ella, First Lady of Song o Mama Jazz, come la si voglia chiamare, è stata tutto questo. Aggiungiamoci una settantina di album, 40 milioni di vendite, ben 14 Grammy Awards.

Ma Ella Fitzgerald era una cantante nera. E questo, negli Stati Uniti degli anni 50, era fonte di non pochi problemi, nonostante Norman Granz, noto manager dell'artista, esigesse per lei e i suoi musicisti il massimo rispetto, ovunque essi viaggiassero.

A volte, come successe una sera a Dallas, la polizia irrompeva nei camerini con una scusa, arrestava Ella e il suo gruppo perché "giocavano a dadi" e poi, in commissariato, non mancava di chiedere autografi. Nel 1954, dalla discriminazione non si fuggiva facilmente.

I cantanti neri, inoltre, dovevano limitarsi a locali piccoli, di nicchia, lontani da occhi indiscreti. Al Mocambo di Hollywood, numero 8588 Sunset Boulevard, per esempio, si esibiva Frank Sinatra, di fronte ad attori del calibro di Charlie Chaplin, Marlene Dietrich, Humphrey Bogart o Clark Gable. Ma a Ella era vietato accedervi, perché afroamericana.

E qua entra in scena Marilyn Monroe. Non si sa se Marilyn e Lady Ella si conoscessero da prima del 1954, ma sicuramente la bella attrice americana, ventotto anni e già qualche film di successo alle spalle, come Niagara e Gli uomini preferiscono le bionde, ne amava alla follia la musica.

Marilyn venne a sapere che a una delle sue cantanti preferite era stato negato l'accesso al Mocambo. Così, decise di contattare direttamente il proprietario del locale, lanciando una proposta senza compromessi: se il manager del club avesse acconsentito a far cantare Ella, Marilyn si sarebbe seduta al tavolo, per sette giorni, proprio davanti al palco.

Il proprietario del Mocambo accettò e Marilyn Monroe, alla fine dell'esibizione della cantante, fu la prima ad applaudire. E c'è di più: le due artiste si lasciarono fotografare insieme. Un colpo al cuore per la stampa, ma anche l'inizio di una grande amicizia.

Grazie a Marilyn Monroe, Ella Fitzgerald fu la prima donna nera a esibirsi in un locale di Hollywood così importante, dando una spinta alla percezione della gente nei confronti dell'integrazione razziale. Un grande passo per l'umanità, a ritmo di jazz.

Anche la vita e la carriera di Ella Fitzgerald cambiarono. L'artista, così abile nel giocare con la propria voce come se fosse uno strumento (è il cosiddetto scat), non si esibì più in locali di nicchia, ma poté accedere a quei club di norma riservati ai bianchi.

Nel 1987, la First Lady of Song ricevette addirittura dalle mani del presidente Ronald Reagan la National Medal of Arts come riconoscimento alla carriera, una delle più alte onorificenze concesse dal popolo americano a un artista, bianco o nero che sia. Un premio che (forse) non sarebbe mai arrivato senza quella "testa matta" di Marilyn.

A fermare la voce di Dream a Little Dream of me, infine, fu la malattia. Negli ultimi anni, il diabete di cui soffriva fin da bambina peggiorò drammaticamente. L'artista, nel 1994, subì l'amputazione di entrambe le gambe. Ella morì il 15 giugno 1996 a Beverly Hills, all'età di settantotto anni, senza più le forze non di parlare, ma di fare quello per cui era nata: cantare.

Suppongo che ciò che ognuno vuole più di ogni altra cosa è essere amato. E sapere che voi mi amate per il mio canto è davvero troppo per me. Perdonatemi se non ho tutte le parole giuste. Forse posso cantarvelo, e allora lo capirete.

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