Pink Floyd vs. Paul McCartney: quella storica battaglia

Nel 1990, a Knebworth, i Pink Floyd e l'ex Beatle si sfidarono per chi avrebbe dovuto chiudere il concerto. I protagonisti della lite? I rispettivi manager.

Di scontri tra leggende ne abbiamo visti tanti. Ma non vi abbiamo ancora parlato di quello che coinvolse, nel 1990, l'ex Beatle Paul McCartney e i Pink Floyd, allora guidati da David Gilmour, dopo l'abbandono di Roger Waters e la disputa sul nome della band che ne seguì.

Torniamo a quegli anni. I Pink Floyd avevano allora intrapreso il tour di supporto al tredicesimo disco in studio, A MOMENTARY LAPSE OF REASON, che li vide approdare, il 15 luglio 1989, sulla piattaforma galleggiante del bacino san Marco a Venezia.

Un concerto straordinario, che causò però una serie di problemi. Innanzitutto, come ha ricordato Gilmour, a livello logistico:

Pare quasi che l’intera amministrazione cittadina se ne andò in vacanza in quel weekend, perché penso che una grande quantità di spettatori non sia riuscita a trovare né il cibo, né i bagni pubblici.

Poi, la durata della performance. I Pink Floyd non avrebbero infatti dovuto superare il limite di tempo segnalato loro tramite un apposito orologio, perché il concerto sarebbe stato trasmesso in mondovisione. Dover suonare per un'ora e non per due ore e mezza, con gli occhi fissi su "quell'orologio digitale rosso", mise in crisi i membri della band.

Non mancarono altre polemiche, quali l'accusa al gruppo di aver danneggiato alcuni edifici con i fuochi d'artificio (che tra l'altro avrebbero dovuto essere sparati duranti il concerto, invece arrivarono solo al termine) e la grande quantità di spazzatura lasciata dal pubblico.

Insomma, nonostante il live a Venezia venga ricordato dai fan come uno dei più emozionanti della storia dei Pink Floyd (beato chi c'era!), per la band non fu proprio una passeggiata.

Le cose non migliorarono l'anno successivo, quando David Gilmour, Richard Wright e Nick Mason si esibirono nella cittadina inglese di Knebworth. A Knebworth Park, il 30 giugno 1990, venne organizzato un grande evento presentato come "il miglior concerto rock britannico di tutti i tempi". Per l'occasione, furono ingaggiati artisti del calibro di Robert Plant, Jimmy Page, Dire Straits, Genesis, Eric Clapton, Elton John.

E, come anticipato, Paul McCartney e i Pink Floyd. Il litigio storico, che vide protagonisti Steve O’ Rourke, manager del trio britannico, e Richard Ogden, manager dell'ex Beatle, riguardò la conclusione dello show. La chiusura del concerto era stata affidata ai Pink Floyd, come ha ricordato recentemente David Gilmour.

Ricordo di aver detto a Steve: "Richiedi un'orario serale, al buio". L’evento era in estate, quando il buio arriva piuttosto tardi, così pensai che avremmo chiuso lo show.

Ma Paul McCartney non voleva terminare la sua esibizione. Così i due manager, Steve O' Rourke e Richard Odgen, cominciarono a litigare violentemente a lato del palco durante la fase finale del set di McCartney. La voce di O' Rourke si levò alta: "Fate scendere subito Paul McCartney dal palco!". E Ogden, dal canto suo, rispose: "Beh, allora vai e trascinalo via!". I due sarebbero forse venuti alle mani, se non fosse sopraggiunta una terribile tempesta, che rese tutto molto più difficile.

I presenti probabilmente la ricorderanno. Poterono infatti vedere Gilmour mentre veniva praticamente spazzato via dal palco

Insomma, tra le polemiche nate in seguito al live a Venezia e il concerto di Knebworth, le difficoltà non mancarono. Eppure, David Gilmour avrebbe ricordato per sempre quel 30 giugno 1990.

Fu un grande show. Ricordo che pensai: "Puoi nasconderti da questa pioggia oppure devi abbracciarla. C'è solo una cosa da fare: vai là fuori e goditela".

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