I Soundgarden denunciano per truffa la vedova di Chris Cornell

La band accusa Vicky Cornell di aver impiegato a scopi personali gli incassi del concerto tributo di gennaio. Per la vedova di Chris, non è la prima denuncia.

Lo scontro tra i membri rimanenti dei Soundgarden e Vicky Cornell, vedova di Chris, era già iniziato lo scorso anno. Vicky aveva accusato la band di detenere i diritti su sette brani inediti del marito, registrati prima della sua morte, brani ottenuti tra l'altro a seguito di pressioni psicologiche sulla famiglia Cornell.

Ora, la band è tornata all'attacco denunciando Vicky di truffa per utilizzo "personale" di entrate destinate alla beneficenza.

Nella causa, presentata mercoledì presso il tribunale distrettuale del distretto meridionale della Florida, Kim Thayil, Matt Cameron e Ben Shepherd affermano che il gruppo avrebbe stipulato un "accordo non scritto" con Vicky Cornell per esibirsi a titolo gratuito in occasione del concerto I Am the Highway: A Tribute to Chris Cornell, tenutosi lo scorso 16 gennaio.

L'evento sarebbe dovuto servire a raccogliere fondi per la Fondazione benefica Chris e Vicky Cornell ma, secondo l'accusa, i ricavi (pari a milioni di dollari) sarebbero stati utilizzati dalla Fondazione per scopi personali.

Chris e Vicky Cornell

Il fattore economico, tuttavia, non è l'unico elemento parte della denuncia. I Soundgarden accusano infatti Vicky Cornell di gestire i canali social della band senza che i musicisti le abbiano mai dato il consenso. Vicky avrebbe rimosso commenti dei fan e postato contenuti a nome del gruppo.

I Soundgarden negano ogni contesa materiale lanciate da Vicky Cornell, che ha presentato il suo reclamo in maniera avventata e con l’unico scopo di raccogliere fondi per se stessa.

Così scrivono i portavoce della band, richiamandosi all'inizio della contesa.

I legali della vedova di Chris non hanno rilasciato dichiarazioni. I Soundgarden, invece, secondo le parole di Vicky, starebbero mettendo a rischio la salute di sua madre, chiedendole di presentarsi in tribunale per una deposizione, nel bel mezzo della pandemia globale dovuta al Coronavirus.

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