Umberto Bindi e quel Sanremo che stigmatizzò l’omosessualità

Si definiva "il cantautore-cicala che odiava le parole e amava la musica". Umberto Bindi oggi avrebbe compiuto 88 anni. 

Da ragazzo percorreva quegli stessi antichi vicoli genovesi calcati tante volte anche da Bruno Lauzi, Fabrizio De André, Luigi Tenco e Gino Paoli (suo grande amico). Molto presto, i suoi studi di pianoforte e fisarmonica combinati alla sua passione per arrangiamenti eleganti e ricercati faranno di lui uno dei maggiori esponenti della scuola genovese, in altre parole, quel fermento musicale che investì il capoluogo ligure a partire dagli anni 60 del secolo scorso.  

La fama per Bindi non tardò ad arrivare e con lei arrivò anche la partecipazione a Sanremo come esordiente nel 1961. Fu l'edizione di 24mila baci e di Le mille bolle blu. Fu anche la prima edizione del Festival condotta da una coppia di donne, Lilli Lembo e Giuliana Calandra. Doveva essere all'insegna delle ampie vedute eppure pubblico e stampa si bloccarono di fronte a un anello portato la mignolo dal giovane Umberto.

Sarà un Sanremo sfortunato per Bindi, legato in questo destino avverso al suo collega Luigi Tenco che, solo qualche anno più tardi sarà protagonista dell'edizione più nera del Festival. 

Quella del 1961 fu un'edizione sfortunata non per gli scarsi risultati raggiunti dalla bella canzone portata da Bindi, Non mi dire chi sei, ma perché, troppo concentrati su quel famoso anello che aveva dato nuovamente adito a pettegolezzi sull'omosessualità di Bindi, gli ascoltatori non avevano giudicato la canzone ma il suo autore e l'avevano fatto con una feroce cattiveria

Così, in un attimo, il nome di Bindi divenne qualcosa da pronunciare a bassa voce per paura di cadere preda dello stesso scherno che aveva colpito il cantautore.

Parlavano so­lo del mio anello al dito mignolo e, dunque, solo pettegolezzi e malignità, cattiverie e infamie. […] Della mia canzone non fregava niente a nessuno. Volevano solo sapere se ero finocchio.

Inutile dire che, da quel momento in poi, per Bindi tutto cambiò: per il cantautore-cicala (così si autodefiniva per la sua propensione a non accumulare denaro) non c'era più posto né in radio e né tantomeno in tv

Fu un duro colpo per Bindi che fu estremamente deluso vedendo il pubblico che l'aveva ammirato e sostenuto fino a poco prima voltargli improvvisamente le spalle. E ancora peggio, non per una stonatura o per un pezzo poco riuscito e nemmeno per un'esibizione disastrosa, ma per una scelta personale nel merito della quale sarebbe dovuto entrare solo ed esclusivamente l'artista. 

La sua uscita di scena fu silenziosa perché Bindi non amava le parole. Il suo silenzio, però, servì a ricordare che quelle stesse parole da lui tanto odiate non vanno mai trattate con leggerezza e di questo insegnamento possiamo solo essergli grati. 

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