“Let it be”: perchè i Beatles disertarono la prima mondiale del loro film?

Il 13 maggio 1970 si tenne a New York la prima del film Let it be, il documentario che immortalò i Beatles nel loro canto finale. Ma i Fab Four non si presentarono. Perché?

Erano stati anni difficili per i Beatles. E chi fu presente, quel 13 maggio 1970, alla prima mondiale di The Beatles – Get Back, il documentario diretto da Michael Lindsay-Hogg, se ne accorse.

The Beatles – Get Back era il quinto film che vedeva i Fab Four come protagonisti, dopo A Hard day’s night, Help!, Magical Mystery Tour e il lungometraggio animato Yellow Submarine.

Alla base della produzione, vi erano pure e semplici motivazioni contrattuali. La United Artists, infatti, aveva stipulato un contratto per tre film: i due diretti da Richard Lester, A Hard day’s night e Help!, e un terzo titolo, Yellow Submarine. Quest'ultimo però non aveva accontentato la casa produttrice, per cui doveva essere girata un'ulteriore pellicola.

Fu Paul McCartney, nel gennaio del 1969, a proporre di filmare le sessions di registrazione per il nuovo album GET BACK, che poi avrebbe assunto il titolo di LET IT BE, per mostrare così il metodo di lavoro dei Beatles. Secondo Paul, inoltre, la presenza delle cineprese avrebbe impedito a quattro musicisti rancorosi, privi di entusiasmo, ormai focalizzati sui loro progetti solisti, di litigare. Purtroppo, le cose non andarono così. I Beatles non avevano più voglia, né tempo, di nascondere le tensioni che li stavano corrodendo.

Per Michael Lindsay-Hogg, riprendere il canto del cigno dello storico gruppo britannico fu una sfida, che il regista completò con successo. Nessuno, del resto, avrebbe mai immaginato che il film, uscito nel 1970, l'anno dello scioglimento definitivo del gruppo, sarebbe stato un documento destinato a segnare profondamente la storia della musica.

Ciò a cui facciamo riferimento è quell'ultimo concerto, che la telecamera di Lindsay-Hogg riprese per intero. Paul McCartney avrebbe voluto esibirsi in un luogo pubblico della capitale, ma i suoi compagni si opposero. Il 30 gennaio 1969, all'ora di pranzo, i Beatles scelsero così di salire sul tetto della casa discografica Apple Records di Savile Row con i loro strumenti e gli operatori.

È il famoso Rooftop concert, che i Fab Four eseguirono non per un pubblico pagante, ma per qualche impiegato dello stabile e un gruppo di curiosi che si radunò in fretta e furia sulla strada. I Beatles suonarono tredici brani, per circa 40 minuti, prima di venire interrotti dalla polizia, chiamata in loco da alcuni residenti infastiditi dal rumore e dalla folla.

Un concerto improvvisato e strepitoso, che tuttavia non riuscì ad allentare diverbi e tensioni, né a convincere i Beatles a "lasciar correre", come avrebbe voluto Paul McCartney.

È il motivo per cui, quando i Fab Four videro i loro litigi registrati nel girato di Michael Lindsay-Hogg, non si ritennero per niente soddisfatti. Tutto il materiale audio e video fu accantonato, così come il progetto di un album e di un film intitolati Get Back. Fu poi il produttore Phil Spector a riprendere in mano il materiale audio, a montare i nastri e dare vita a LET IT BE. Con lo stesso titolo uscì anche il film, che nel 1971 vinse sia un premio Oscar sia un Grammy, entrambi per la migliore colonna sonora.

Ma questo, agli ormai ex Beatles non importava più. Nessuno di loro si presentò alla prima del film, quel lontano 13 maggio a New York.

Oggi il film di Lindsay-Hogg non si trova più facilmente in rete, ma potremo vederne una nuova edizione molto presto. Il 4 settembre uscirà infatti GET BACK, diretto da Peter Jackson. Il regista neozelandese, dopo aver recuperato il girato di Lindsay-Hogg e aver avuto accesso a 55 ore di filmati inediti, ha promesso di mostrare al pubblico l'altro lato delle sessions di LET IT BE: il lato meno teso, meno drammatico, il lato "epico". Vi abbiamo parlato del nuovo documentario in questo articolo.

Staremo a vedere. Chissà se questa volta Paul McCartney e Ringo Starr si presenteranno alla prima…

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