La canzone di Bruce Springsteen per il padre e per i figli

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Il 26 aprile 2005, Bruce Springsteen pubblica DEVILS & DUST. Nel disco, l'artista ci parla di amore, famiglia, e delle sue speranze per i figli.

Dopo la reunion con la E Street Band e il grande lavoro nato dopo l'11 settembre, THE RISING, i fan di Bruce Springsteen si aspettavano un altro disco “corale”, grandioso.

Il 26 aprile del 2005, invece, uscì DEVILS & DUST, un album solista folk rock, molto scarno, dalle tonalità simili a quelle di NEBRASKA (1982) e THE GHOST OF TOM JOAD (1995). 

Qualcosa di THE RISING in realtà c'era: la titletrack, l'unico pezzo del disco che parla di guerra. Protagonista del brano è infatti un soldato americano, probabilmente in missione in Iraq, che confessa a un compagno sul fronte di non sapere più di chi fidarsi.

Al di là di Devils & Dust, la dimensione del disco è più intima, personale. L'argomento centrale diventa il rapporto tra uomo e donna, la famiglia, nelle sue diverse declinazioni. Una di queste declinazioni è quella che coinvolge padri e figli.

Long Time Comin’ è la canzone in cui Bruce ricorda il padre e, allo stesso tempo padre lui stesso, si rivolge ai suoi figli. Il brano di DEVILS & DUST è stato suonato poche volte, in realtà. Ma è un brano essenziale per comprendere ciò che si muove nel cuore del musicista, che non è solo rocker, ma anche e soprattutto uomo

È il motivo per cui Bruce ha suonato Long Time Comin' durante il suo delicatissimo one man show nel Walter Kerr Theatre di New York, tra l'ottobre 2017 e il dicembre 2018 (Springsteen on Broadway disponibile su Netflix).

I fan di Springsteen conoscono bene la madre del Boss, Adele Zerilli, quasi 95 anni ed energia ancora da vendere. La figura del padre di Bruce, invece, è rimasta sempre più nascosta.

A Douglas Frederick Springsteen, morto nel 1998, il musicista aveva già dedicato My Father's House (NEBRASKA, 1982). Ma la conclusione, con quella casa dove “i peccati restavano inespiati” non lo soddisfaceva.

Long Time Comin' torna così a parlare di un rapporto sofferto, pieno di colpe e di fantasmi, condizionato dall'alcolismo e dalla depressione di cui soffriva il padre.

Se vogliamo rendere onore ai nostri genitori, dobbiamo imparare ad andare oltre agli aspetti più complicati del nostro rapporto con loro. Ecco perché avevo stabilito che la somma dei problemi miei e di mio padre non equivaleva alla somma delle nostre vite.

Long Time Comin' è quindi, prima di tutto, un ricordo del padre, assente durante l'infanzia di Bruce, quasi un estraneo.

Well my daddy he was just a stranger
Lived in a hotel downtown
When I was a kid he was just somebody
Somebody I'd see around.

C'è un momento cardine del rapporto tra genitore e figlio, tuttavia, che Bruce ha ricordato sia nella sua autobiografia, sia durante lo spettacolo di Broadway, indispensabile per comprendere il resto della canzone.

Nel 1990, infatti, Douglas Springsteen sfidò la depressione e la costante agorafobia guidando per 400 miglia per andare a trovare il figlio. Allora, Bruce stava per diventare padre a sua volta del primogenito Evan. In quell'occasione, Douglas farfugliò: “Sei stato davvero buono con noi. Ma io non lo sono stato con te” spiazzando il figlio. Una riconciliazione parziale, necessaria, seppur insufficiente a cancellare il passato.

Alla luce di questo fatto, il resto del brano assume un significato più profondo.

Well if I had one wish
In this god forsaken world, kids
It’d be that your mistakes would be your own
Yeah your sins would be your own.

Bruce ha capito che, per essere genitore, non deve fare gli errori del padre, e spera che i suoi figli non ripetano i suoi sbagli.

Un omaggio e una dedica meravigliosi, capaci di commuovere chi ascolta (per la prima o per l'ennesima volta) una delle canzoni cardine di DEVILS & DUST.

Mio padre voleva che scrivessi un finale diverso per la nostra storia. È da allora che ci provo, ma storie come questa non hanno fine [...]. Se continua a essere raccontata è perché, oltre ai semi del proprio sacrificio, la storia contiene anche quelli della rinascita, un destino diverso per chi la ascolta rispetto a quello doloroso con il quale eravamo alle prese io e mio padre.

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