Quell’ultima canzone di Chris Cornell sul palco di Detroit

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Foto via: www.kickagency.com

Era il 17 maggio 2017. Poche ore dopo lo show, il frontman dei Soundgarden si sarebbe tolto la vita in albergo. Ecco quale fu l'ultima canzone eseguita da Chris Cornell.

Chris Cornell morì nella notte tra il 17 e il 18 maggio del 2017, ma la sua voce, tra le più belle della storia del rock e del movimento grunge, suona ancora viva nelle nostre orecchie. Una voce espressiva, potente, ma allo stesso tempo molto fragile, che forse risentiva ancora di un'infanzia difficile, complicata dal divorzio dei genitori.

Per Chris Cornell, la musica era stata la salvezza. Prima con i Soundgarden, poi con il progetto Temple of the Dog, insieme a membri dei Pearl Jam e degli stessi Soundgarden. Cornell aveva dato il proprio personale contributo anche ai Rage Against the Machine, rimasti orfani del cantante Zack De La Rocha. Con loro aveva fondato gli Audioslave, prima di tornare alla carriera solista e ai Soundgarden, nel 2010.

Nonostante il successo degli ultimi tempi, dato dalla pubblicazione di HIGHER TRUTH, quarto album solista, Chris Cornell faticava a trovare la serenità. E la sua performance con i Soundgarden, sul palco del Detroit Fox Theatre, l'aveva testimoniato.

L'artista chiuse infatti quello che sarebbe stato il suo ultimo concerto, con un pezzo molto mesto, Slave & Bulldozers, mixato con un ritornello del pezzo In my Time of Dying, un gospel reinterpretato da diversi musicisti, tra cui Bob Dylan e i Led Zeppelin (vedasi l'album PHYSICAL GRAFFITI del 1975).

In my time of dying, I want nobody to moun
All I want for you to do is take my body home
Well, well, well, so I can die easy.

Quei primi versi, se ascoltati oggi, lasciano intuire che forse il suicidio era già stato programmato.

Meet me, Jesus, meet me
Oh meet me in the middle of the air
If my wings should fail me, Lord
Oh please meet me with another pair.

Solo poche ore più tardi, infatti, il frontman dei Soundgarden si sarebbe tolto la vita nel bagno della sua stanza d'albergo, dove il corpo venne ritrovato da un amico.

Tre anni dopo, ancora si parla di In my Time of Dying come di una sorta di testamento musicale, quasi un ultimo splendido ricordo lasciato ai fan. E, secondo i fortunati presenti quella sera nel Detroit Fox Theatre, non sarebbe stato l'unico messaggio, l'unico indizio di una morte già meditata.

Durante il concerto, infatti, Chris Cornell avrebbe detto: "Mi dispiace per la prossima città". Una battuta che al momento sembrava voler esaltare la calorosa e ineguagliabile accoglienza dei fan di Detroit ma che, alla luce del suicidio del frontman, suona oggi in maniera completamente diversa.

Chris Cornell non si sarebbe più presentato su altri palchi. Nessuno, tuttavia, avrebbe più dimenticato quel suo "cuore spezzato".

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