Il 19 febbraio del 1980, Bon Scott fu ritrovato morto a soli 33 anni.
Bon Scott era il cantante del gruppo hard rock degli AC/DC, formatosi a Sidney nel 1973. Perchè raggiungessero il successo internazionale, ci volle qualche anno, e fu proprio nel ’79 che la band conquistò l’America con il settimo album Highway To Hell. Il tour non fu altro che una ri-conferma del loro successo. Lo spettacolo finale di quel tour, il 27 gennaio dell’80, nel Southampton in Inghilterra, sarebbe stato anche l’ultimo di Scott. Poco più di tre settimane più tardi infatti, un amico di Bon, ne scoprì il corpo senza vita in una Renault 5.
Gli eventi della sera precedente, sono sempre stati poco chiari e motivo di discussione; alcuni presenti hanno continuato a sostenere il fatto che non fosse affatto ubriaco, ma la versione ufficiale vuole che la morte sia stata causata proprio da una quantità eccessiva di alcool. Quella serata informale, fuori a bere e divertirsi con gli amici, purtroppo, prese una bruttissima piega e Scott finì per svenire nella sua auto, per poi soffocare nel suo stesso vomito.
“Per noi, è stato come perdere un membro della famiglia” disse il chitarrista degli AC/DC Angus Young “Non era solo un amico, era qualcuno con cui avevo lavorato per tutto quel tempo.”

Trovare un sostituto di Scott, sarebbe stata un ardua impresa, visto il suo carisma, lo stile insolente e la voce così singolare, ma la scelta, nell’aprile dello stesso anno, ricadde sul britannico Brian Johnson. Gli AC/DC avevano già iniziato a lavorare su qualche brano per il follow-up di Highway to Hell, e Johnson finì il lavoro iniziato da Scott. Il risultato sarebbe convogliato nell’album Black in Black, che li avrebbe consacrati ufficialmente a superstar internazionali, diventando uno degli album più venduti di tutti i tempi. Black in Black, caratterizzato da una copertina completamente nera, affrontava la morte, la voglia di ricominciare e fu un omaggio all’amico defunto pochi mesi prima.