La prima volta del MOOG, il synth che ha creato il prog

Nasceva il 23 maggio 1934 Robert Moog, padre del sintetizzatore a tastiera. Vi raccontiamo la storia del primo disco suonato interamente con il Moog.

Tracciare le origini del sintetizzatore, quello strumento musicale capace di generare imitazioni di strumenti musicali reali o di creare suoni ed effetti non esistenti in natura, non è facile. La storia del sintetizzatore comincia prima di quanto possiamo pensare, forse addirittura nel 1876, quando Elisha Gray inventò il telegrafo musicale, uno dei primi strumenti musicali elettronici della storia.

Certo, è con l’inizio del Novecento che si assiste allo sviluppo scientifico dell'elettronica e, di conseguenza, alla nascita e all'evoluzione della musica elettronica.

Arriviamo così al 1963, quando Robert Arthur Moog, un ingegnere americano di origine tedesca inventò uno dei primi sintetizzatori musicali a tastiera.

Il suono del sintetizzatore a marca Moog, con il suo modello Minimoog, conquistò il duo formato da Simon & Garfunkel, che lo utilizzarono nel loro splendido album BOOKENDS, i Beatles, che se ne servirono per ABBEY ROAD, ma anche i Doors (Riders on the storm), Keith Emerson, Rick Wakeman (di cui vi abbiamo parlato in questo articolo).

Ma quale fu il primo successo discografico suonato interamente con il Moog?

Ebbene, non un’opera rock, ma SWITCHED-ON BACH di Walter Carlos (oggi Wendy Carlos, dopo il cambio di sesso). SWITCHED-ON BACH, pubblicato nel 1968, fu uno dei primi album dimostrativi dell'uso del sintetizzatore di Robert Moog come strumento musicale vero e proprio.

Il disco si basava sulle notazioni classiche e le arie di Johann Sebastian Bach, tra cui l’intero Concerto Brandeburghese numero 3, interamente trasfigurato dal Moog.

Malgrado le difficoltà pionieristiche, SWITCHED-ON BACH andò ben oltre l'intenzione di pura dimostrazione delle possibilità del nuovo strumento, vendendo oltre 500 000 copie, vincendo tre Grammy Award nel 1970 per il Best Classical Album, Best Classical Music Performance e Best Engineered Classical Recording e mantenendosi tra le prime quaranta posizioni delle classifiche di "Billboard" per ben diciassette settimane.

Probabilmente, la scelta di un musicista come Bach, per Walter Carlos, che sino al 1968 si era occupato di musica d’avanguardia, non fu casuale. Sembra infatti che Johann Sebastian Bach, nel ‘600, componesse grazie anche all’aiuto di principi matematici.

In ogni caso, l’operazione introdotta da Carlos funzionò a tal punto da creare un vero e proprio filone, che diede luogo a numerose rielaborazioni: quelle dello stesso Carlos, THE WELL-TEMPERED SYNTHESIZER, nel 1969, e SWITCHED-ON BACH 2, nel 1974; oppure quelle di Mort Garson.

Anche Mort Garson, come Walter Carlos, conobbe personalmente Robert Moog e, dopo aver incontrato il sintetizzatore, ne rimase conquistato, tanto da decidere di adoperarlo per ogni singolo album, dagli anni Sessanta in avanti.

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