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L’intervista: DOVE I PESCI AFFOGANO

Dove i Pesci affogano è un progetto senza confini, al limite fra musica e cinema, di cui Andrea Cassetta, cantautore polistrumentista, è il padre. Porta avanti una trilogia, suddivisa in capitoli composti da EP e cortometraggi, ispirati da un mondo surreale in bilico fra sogno ed incubo. Lo abbiamo intervistato e ed davvero pieno, anzi pienissimo, di idee e progetti in cantiere!

Come è nato il progetto “Dove i Pesci affogano”?

È un progetto nato come solista nel 2010. Avevo altro in cantiere e, in realtà, questo nome sarebbe dovuto essere il titolo del secondo album, poi ho deciso di cambiare strada e si è tramutato in qualcosa di molto diverso: ho unito cinema e musica. Il primo capitolo l’ho pubblicato nel 2012.

Il nome del progetto ci incuriosisce, da dove spunta?

È una metafora sulla vita. Io sono del segno dei pesci, e rappresenta i “pesci” che affogano nel quotidiano: i problemi che un essere umano affronta nella vita di tutti i giorni. È un paradosso.

Da dove trai la fonte d’ispirazione?

Mi ispiro al modo in cui percepisco il mondo che mi circonda, alle mie emozioni, al conflitto fra il mio mondo interiore e quello reale. È una forma di terapia, scrivo per esorcizzare le mie paure e dargli una valvola di sfogo. Mi ispiro anche ad alcuni sogni ricorrenti, surreali e in un certo senso inquietanti, che cerco di ricreare nei cortometraggi, come ad esempio nel brano “Le rive della desolazione”.

Hai altri progetti in cantiere?

Il progetto sarà completato da tre capitoli, e s0no al lavoro sul terzo. Per i cortometraggi che li compongono collaboro con Joy G. Per il momento ho scritto due brani del terzo capitolo che sarà composto da quattro pezzi. Sono molto ispirato, spero di pubblicare tutto entro la fine dell’anno!

Qual è il tuo inedito preferito?

Andrea:  Te ne dico due: uno, del primo capitolo è “Le rive della desolazione”; per quanto riguarda il capitolo due, “Sabbie mobili”.
https://www.youtube.com/watch?v=cjjFT3tqlCk

Quindi sei al lavoro sul terzo capitolo…

Andrea: I primi due capitoli, li ho completamente realizzati e prodotti da solo, un po’ come un artigiano della musica. Me ne sono occupato dall’idea al prodotto finito. Sono molto meticoloso, sotto ogni punto di vista.

Che ne pensi del panorama attuale della musica italiana?

Andrea: In giro ci sono cose interessanti. L’unica cosa che mi lascia un po’ d’amarezza è che non c’è molto spazio a nuovi progetti, rimangono quasi sempre confinati all’underground, sono progetti di nicchia. Il ‘Teatro Degli Orrori’, ad esempio, è un gruppo fighissimo.

Le idee quindi non ti mancano.

Andrea: No, anzi! Forse ne ho pure troppe!

Intervista di Giulia Novi

Redazione

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