10 casi di canzoni colpite dalla censura (parte II)

Dai Sex Pistols ai Beach Boys, ecco altre 10 anzoni che sono passate sotto il controllo rigido della censura. 

Qualche tempo fa vi abbiamo raccontato (in questo articolo) di dieci brani che, per un motivo o per l'altro, sono finiti sul libro nero della censura e hanno subito diverse amputazioni oppure stono stati del tutto bannati in alcuni stati.

Come sappiamo, la censura non ha confini e si potrebbe andare avanti per ore a parlare di canzoni censurate. Ecco, infatti, altri dieci esempi di pezzi colpiti dalla censura

Waterloo degli ABBA

Forse per via dei loro pezzi più conosciuti che appaiono leggeri e spensierati (nonostante spesso sia solo una copertura) non ci si aspetterebbe che la band svedese possa essere colpita da censura. Invece, durante la guerra del Golfo, la BBC decise di mettere al bando ben 67 canzoni contenenti riferimenti, anche solo metaforici, a guerra e armi, fra le quali il sopracitato pezzo degli ABBA. 

Justify My Love di Madonna

Quando nel 1990 venne pubblicato Justify My Love come inedito nel primo greatest hits di Madonna, la cantante dovette fare i conti con un'opinione pubblica ancora non pronta al tipo di sessualità esplicita promossa sia dal testo che dal video della canzone. MTV decise di non mandare in onda il video perché avrebbe fatto troppo scandalo, così Lady Ciccone, per aggirare la censura, dovette inventarsi qualcosa di nuovo: il video venne pubblicato in VHS così, per la prima volta, un singolo veniva pubblicato in questo formato diventando una hit mondiale. 

Strange Fruit di Billie Holiday

Adattamento in musica di una poesia scritta in occasione di un massacro su base razzista, Strange Fruit – nella versione di Billie Holiday – venne pubblicata come singolo nell'aprile del 1939. Ma non fu facile trovare una casa produttrice dato che la major statunitense Columbia Records si rifiutò di pubblicare il brano. Quando, finalmente, venne pubblicato dall'indipendente Commodore Records venne vista da molti come una svolta nel movimento per i diritti civili. Il fortissimo impatto delle parole contenute nel testo, però, fece preoccupare alcuni sindaci americani che decisero di bandirla nella propria città per paura che potesse fomentare ribellioni.

Brown Eyed Girl di Van Morrison

Forse uno dei più famosi pezzi di Van Morrison, Brown Eyed Girl parla di una relazione fra un uomo bianco e una donna di colore e, inizialmente, avrebbe dovuto chiamarsi Brown Skinned Girl, in riferimento diretto al colore della pelle della ragazza ma Morrison decise di cambiarne il titolo per renderlo più radio-friendly. Il titolo, però, non bastò e alcune emittenti radiofoniche bandirono il brano per via del verso "making love in the green grass" ("facendo l'amore su un prato verde") ma ricominciarono a trasmettere la canzone quando il verso venne mutato in "Laughin' and a-runnin', hey, hey" ("ridendo e correndo, ehi, ehi").

Rolling In The Deep di Adele

Pare impossibile ma la hit della cantante britannica ha subito diverse censure poiché nei primi versi pare esserci una parola ambigua: ship da molti interpretata come shit. Mentre online veniva ripetuto che la parola in questione fosse la prima, ovvero "barca", la versione del testo scritta a mano da Adele stessa mostrava che, in realtà, si trattava della seconda, "merda". 

The Pill di Loretta Lynn 

Questo iconico pezzo country del 1975 forse era un po' troppo avanti per i suoi tempi: la pillola del titolo, in effetti, è quella anticoncezionale e la Lynn canta di come si senta più libera di vivere i propri amori senza pensieri su possibili gravidanze indesiderate. La cantante si rese conto che, nonostante fossero gli anni dell'amore libero, il mondo non era ancora pronto per una donna che diceva apertamente di amare la propria sessualità quando il pezzo venne bandito da moltissime radio

Fuck It (I Don't Want You Back) di Eamon

Singolo d'esordio del cantante statunitense, venne ritenuto troppo volgare da molte radio britanniche che ne proibirono la diffusione per via delle molte parolacce contenute nel testo che, fra l'altro, vengono censurate anche nella versione del brano utilizzata per il video ufficiale

Love Game di Lady Gaga

Ancora prima del caso di Judas del quale vi abbiamo parlato nella prima parte di questo articolo, Lady Gaga venne presa di mira per un'altra canzone, Love Game. Anche in questo caso, la canzone venne bandita da diverse stazioni radiofoniche per il suo contenuto piuttosto esplicito.

God Only Knows dei Beach Boys

Questa hit della band californiana venne ritenuta perfino blasfema in alcune parti degli States nonostante non contenesse versi esplicitamente blasfemi. All'epoca – parliamo della seconda metà degli anni 60 – era ritenuto offensivo anche solo utilizzare la parola "Dio" in una canzone

God Save The Queen dei Sex Pistols

Il titolo della canzone simbolo del gruppo punk rock britannico viene preso in prestito dall'inno nazionale. Così come la copertina del singolo che viene creata utilizzando una foto della Regina Elisabetta II in persona il cui volto viene censurato per l'occasione. Di certo i reali inglesi non presero bene il paragone che vedeva loro protagonisti al pari di un regime fascista. Così, la canzone venne bandita sia dalla BBC che dal suo corrispettivo indipendente, l'Independent Broadcasting Authority

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