Il ritorno alle origini di Van Morrison

Esattamente 25 anni fa usciva DAYS LIKE THIS, un disco con il quale Van Morrison guardava al passato, risultando comunque attuale. Ecco come ci riuscì. 

Era il 5 giugno del 1995 quando venne pubblicato DAYS LIKE THIS, il ventitreesimo album in studio dell'incredibilmente prolifico cantautore e polistrumentista irlandese Van Morrison

I tempi di Brown Eyed Girl (della quale vi abbiamo parlato in questo articolo come caso di censura in musica) sono ormai lontani ma sembra che con DAYS LIKE THIS il cantautore stia cercando di tornare alle glorie passate, al sound che sembrava scorrere libero e che l'aveva caratterizzato molti anni prima. Secondo il pubblico dell'epoca pare ci sia riuscito dato che l'album si guadagnò il quinto posto nelle classifiche britanniche e una nomination per il Premio Mercury, il famoso premio musicale che dal 1992 ogni anno viene conferito al miglior album pubblicato sul mercato irlandese o inglese. 

Con Morrison collaborò anche la figlia Shana che aveva già intrapreso la strada del cantautorato seguendo le orme del padre. In particolare, la voce di Shana è apprezzabile in due brani estratti dall'album: You Don't Know Me (cover del classico portato alla fama da Ray Charles) e I'll Never Be Free (altra cover di un pezzo del 1950 interpretato da Kay Starr e Tennessee Ernie Ford).

L'altra donna protagonista dell'album è l'allora compagna di Morrison (poi diventata prima moglie e poi ex) Michelle Rocca che compare sulla copertina in una foto in bianco e nero assieme a Morrison mentre i due portano a passeggio una coppia di levrieri. È interessante notare che si tratta della prima compagna a comparire su una copertina di Morrison da circa ventiquattro anni. L'ultima era stata l'allora moglie del cantautore Jane Rigsbee sulla copertina di TUPELO HONEY, album del 1971

In generale l'album sembra esplorare alcuni temi cari all'artista, come quello dell'introspezione, mescolati a spunti nuovi, come quello introdotto in Songwriter, brano che abbatte la quarta parete lasciando entrare l'ascoltatore nello studio di Morrison e facendolo assistere al processo creativo che lo porta al brano finito. 

Forse fu proprio per questo motivo che l'audience apprezzò così tanto l'album, perché si tratta di un mix di vecchio e nuovo, di una rielaborazione dello stile, delle tematiche e della struttura compositiva che aveva caratterizzato Morrison fino a quel momento. Un disco che guarda al passato ma con un occhio di riguardo per il futuro. Di certo non possiamo dire che sia invecchiato male. 

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