Vi ricordate tutti i dischi dei Rush?

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50 anni di carriera e 31 album pubblicati, di cui 19 in studio. Siete sicuri di ricordarvi i Rush disco per disco?

Tra i massimi esponenti del rock progressivo e del progressive metal, i Rush hanno attraversato tantissime sfumature durante i loro 50 anni di carriera. La band – composta al tempo da Geddy Lee (basso, tastiere e voce), Alex Lifeson (chitarra) e Neil Peart (batteria e testi), recentemente scomparso – ha pubblicato ben 19 album in studio tra il 1974 e il 2012. Ve li ricordate tutti?

 

1. RUSH (1974)

L’esordio del trio canadese è l’unico album senza Neil Peart alla batteria, dove invece troviamo John Rutsey. I riferimenti ai Led Zeppelin e ai Black Sabbath sono evidenti. È l’inizio della leggenda.

2. FLY BY NIGHT (1975)

L’ingresso di Peart innalza l’aspetto tecnico dei Rush. Strutturalmente, FLY BY NIGHT è ancora un album di rock duro

3. CARESS OF STEEL (1975)

Le vendite deludono, ma la qualità è alta e il tempo darà ragione al trio. Ci sono ancora tracce di hard rock, ma l’asse inizia a spostarsi verso un rock ad ampie tinte, che setaccia il folk.

4. 2112 (1976)

È il disco della svolta, quello che induce critica e pubblico a soffermarsi sulla band canadese. Prendono forma brani diventati leggendari. La band attrae un pubblico impegnato a cercare nuovi idoli del prog, e infatti la critica inizia a parlare per l’appunto di prog. 

5. A FAREWELL TO KINGS (1977)

Inaugura la nuova stagione dei Rush e apre le porte a una notorietà che diventerà inarrestabile, anche grazie alla casa discografica che finalmente stampa il disco in Europa. I Rush abbracciano con piacere un rock tentacolare, fatto di sfumature e dettagli. 

6. HEMISPHERES (1977)

Sin dalla copertina si nota una svolta intellettuale. In questi 36 minuti c’è più sostanza che in tanti interi prolissi dischi del prog rock del periodo. Ed è proprio il prog il genere a cui oramai il trio viene stabilmente associato.

7. PERMANENT WAVES (1980)

L’album che porta i Rush nel nuovo decennio è accompagnato da una ricerca tecnologica nei suoni e nella produzione totalmente innovativa. Mentre intorno impazza una miscellanea di chitarre elettriche a tutto volume (metal), eleganza sin troppo esibita (pop e new wave) e rigurgiti punk, il trio si muove su coordinate completamente diverse. 

8. MOVING PICTURES (1981)

Certificato quattro volte disco di platino, MOVING PICTURES conquista il mercato americano e innalza i Rush al ruolo di grande band, al pari di nomi leggendari. Qualcuno parla di nuovi Led Zeppelin, altri cercano similitudini con Genesis e Yes. Il disco è per molti il punto più alto della carriera dlla band. Il tempo dirà che è solo l’ennesimo bersaglio centrato di una carriera luminosa.

9. SIGNALS (1982)

I Rush si gettano tra le grinfie degli anni 80, sposando la causa di un rock approntato tra tecnologia e sonorità algide, addobbate da sintetizzatori, chitarre cariche di effetti e persino drum machine. 

10. GRACE UNDER PRESSURE (1984)

Il gruppo si misura in studio senza Terry Brown, sostituito da Steve Lillywhite, che però si defila e cede il posto a Peter Henderson. L'album è l’ennesimo passo verso il futuro, quasi privo di tracce hard rock, che lasciano il posto a sonorità glaciali frutto di tastiere elettroniche, chitarre sontuose e una ricerca ritmica che conferma Neil Peart come un maestro della batteria.

11. POWER WINDOWS (1985)

È l’album più prodotto, raffinato e ricco di tecnologia del gruppo, e arriva nei negozi come sempre senza preavviso, spiazzando fan e critica

12. HOLD YOUR FIRE (1987)

Il trio assembla 10 canzoni dal minutaggio medio, concentrandosi sull’essenza della scrittura. Viene giustamente considerato uno dei capolavori del gruppo, musicalmente all’avan- guardia, con liriche ricercate che dipingono i numerosi stati d’animo dell’uomo moderno in una società che porta all’isolamento, anticipando di fatto le problematiche di internet.

13. PRESTO (1989)

Un album asciutto e fresco, che regala alcuni tra i brani più significativi dei Rush anni 80. Vince il Juno Award come miglior disco hard rock/heavy metal dell’anno.

14. ROLL THE BONES (1991)

Dopo vent’anni, i Rush tornano nella top 5 in America e lo fanno con un album come sempre fuori dalle regole del mercato. L’ennesimo capitolo di una storia che regala solo grande musica.

15. COUNTERPARTS (1993)

Quante band dopo 20 anni di storia, possono permettersi di firmare al quindicesimo album in studio un capolavoro? 11 nuovi brani per altrettante gemme che volano alla posizione numero 2 in America.

16. TEST FOR ECHO (1996)

Il trio chiude la quarta fase, quella più dura, e si concede l’ennesima prova di rock alieno. L'album è capace di convincere sia i fan storici che le nuove generazioni.

17. VAPOR TRAILS (2002)

Mai erano trascorsi 6 anni per un nuovo disco, ma la morte della moglie e della figlia di Neil Peart hanno imposto un'inevitabile pausa. Il disco nasce in modo anomalo e, pur con una scrittura al solito eccellente, sono registrazione e missaggio a non convincere. Tuttavia, ciò non condiziona più di tanto il contenuto.

18. SNAKE AND ARROWS (2007)

I Rush si concedono un nuovo meraviglioso album che recupera in chiave moderna le influenze progressive di fine anni 70. Il giusto equilibrio tra passato e futuro.

19. CLOCKWORK ANGELS (2012)

Da sempre attenti alla tecnologia, i Rush pubblicano 2 brani inediti in digitale e li suonano in tour, per poi inserirli in questo nuovo album, che purtroppo diventa il loro epitaffio in studio. CLOCKWORK ANGELS necessita di alcuni ascolti, ma poi decolla.

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