L’arte di raddoppiare la voce: Demetrio Stratos, il genio della diplofonia

demetrio stratos area
Foto di Silvia Lelli / Lelli e Masotti Archivio

La storia di Demetrio Stratos si interruppe tragicamente il 13 giugno 1979. Ecco come la Voce della musica italiana aveva raggiunto allora risultati ineguagliabili.

Lo sappiamo, il grande Demetrio Stratos fu un visionario della sperimentazione vocale e fu proprio questo che lo rese l'artista di spicco che diventò. Durante la sua carriera, non si limitò a giocare con i suoni prodotti dai diversi strumenti musicali che padroneggiava perfettamente, ma fece del suo stesso corpo uno strumento musicale, capace di creare suoni sempre nuovi. 

Fu soprattutto durante la sua esperienza come solista che il cantante degli Area si concentrò sulle sperimentazioni vocali. Durante questa parte della sua carriera, una componente fondamentale del suo studio fu quello della voce come strumento, uno strumento da indagare e allenare. Per fare questo, Stratos vagò con la mente in giro per il mondo, si imbattè negli esponenti della black music statunitense e nelle modalità canore dei popoli asiatici, studiando come molti di loro riuscissero a modulare la voce in modo da renderla uno strumento a loro disposizione. 

Quella di Stratos fu una vera e propria ricerca su basi scientifiche: il cantante sviscerò infatti dall'interno diverse tecniche, per capire come funzionasse la propria estensione vocale (non a caso verso la fine degli anni Settanta collaborò con il Centro Studi per le ricerche di Fonetica del CNR di Padova).

Ciò che questa ricerca ebbe di straordinario furono i risultati. Il pubblico, pur essendo abituato all'ampiezza delle sperimentazioni di Stratos, non riuscì mai a capacitarsi di come l'artista riuscisse a raggiungere tali effetti sonori. 

Ecco Stratos mentre, durante un concerto al teatro Elfo Puccini di Milano tenutosi nel 1978, racconta ai suoi ascoltatori il suo nuovo brano: Diplofonie, triplofonie, investigazioni, contenuto nell'album CANTARE LA VOCE, un disco prodotto come conseguenza - e come sintesi - di tutti gli studi portati avanti in quel periodo. Studi che avevano portato Stratos a produrre diplofonie.

Si tratta di utilizzare l'orecchio come microscopio per estrarre dei brandelli di suono o dividere, addirittura, dei brandelli di suono per cercare di spezzare il suono, entrare dentro il suono, spezzarlo in due e in tre parti. Come funziona, secondo il mio parere: la voce qui funziona come un veicolo che ogni tanto dà delle occhiate a destra e sinistra, in piccole camere, e queste occhiate rimbalzano come delle palline da ping pong. Queste palline da ping pong, che rimbalzano per simpatia, possono essere controllate.

Che cos'è la diplofonia? Secondo l'Encliclopedia Treccani la diplofonia è "un'emissione simultanea di due suoni dalla laringe", un effetto difficilissimo, quasi impossibile, da ottenere se non con moltissima pratica. 

Stratos ha lasciato in eredità al mondo futuro (e non solo a quello musicale) i risultati tangibili dei propri studi, la prova concreta che la passione e la determinazione possono portare a raggiungere livelli di sperimentazione mai toccati prima.

Nonostante, lo si deve dire, le vette toccate dal maestro (vi abbiamo parlato qua di quel concerto che avrebbe dovuto salvarlo) rimangono tutt'oggi ineguagliate. 

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