Il primo LP con copertina illustrata che svoltò l’industria musicale

alex steinweiss

È esistito un tempo in cui i dischi non venivano protetti da colori sgargianti ma da semplici buste di cartone. Qual è stato il primo LP a rompere la regola?

Forse non tutti sanno che i dischi non hanno sempre avuto una copertina illustrata: inizialmente, infatti, i vinili erano contenuti in anonime buste molto simili fra loro che si differenziavano solo per la presenza del logo della casa discografica produttrice e per alcuni buchi centrali in corrispondenza della stampa del nome del disco e di quello del suo autore.

Un metodo certamente efficiente, in quanto la busta serviva a prevenire i danni accidentali al vinile e a proteggere i suoi solchi dall'accumulo di polvere che ne avrebbero causato il malfunzionamento. 

In questo modo, però, non era facile riconoscere a colpo d'occhio fra molti vinili proprio quello dell'artista che si aveva voglia di ascoltare. Certo, lo si poteva identificare dal nome ma, come ci insegna la storia della pubblicità, è molto più facile individuare e tenere a mente un prodotto se questo ha caratteristiche particolari direttamente riconducibili a esso. 

Così, nel 1939, il grafico Alex Steinweiss, che lavorava per una delle major più forti dell'epoca - la Columbia Records - decise di proporre ai suoi superiori quello che di lì a poco tempo sarebbe diventato lo standard per l'industria discografica: la copertina illustrata.

Per Steinweiss non fu facile convincere i suoi capi che si trattava di una mossa ponderata e vincente dato che, come in ogni ambito, non tutti sono disposti a rischiare ma, alla fine, il giovane grafico la spuntò e riuscì a vedere accettato il suo progetto

Quale fu dunque il primissimo disco a essere messo in commercio con una copertina illustrata?

Si tratta di una raccolta di brani scritti dal pianista Richard Rodgers e dal paroliere Lorenz Hart dal titolo SMASH SONG HITS BY RODGERS & HART e pubblicata nel 1940.

Ecco, quindi, la prima copertina illustrata della storia della musica:

Fu una scelta decisamente azzeccata dato che in quel periodo le vendite di dischi subirono un'impennata incredibile andando a coprire ampiamente i costi affrontati per le stampe a colori e dimostrando quanto fosse importante il packaging per i consumatori.

Fu emblematica a tale riguardo una riedizione della storica Eroica di Beethoven recante una copertina riccamente colorata, che fu la fautrice di un incremento del 900% circa delle vendite di quel titolo.

Siccome non si può attribuire questo picco di vendita alla novità del prodotto in sé, resta come unica spiegazione solo la grandissima presa che fece la copertina sul pubblico dell'epoca

Si trattò, in conclusione, di un momento di profonda innovazione per l'industria musicale. Dopo di allora, il mercato dovette elaborare prodotti appetibili per la clientela anche tramite la loro componente estetica.

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